Hellas, da un croato all'altro: Tudor pronto a raccogliere l'eredità dell'amico Juric?

Alla fine Juric ha ceduto. Alle lusinghe, a un corteggiamento inaugurato dagli ammiccamenti di qualche settimana fa, e rinvigorito dall'affondo diretto, senza remore, di Urbano Cairo. Ivan ha detto sì al Torino. Una decisione maturata certamente non a cuor leggero, perché il croato salpa da un'isola felice in direzione di un porto certamente più ricco, nel quale sarà però chiamato a ricostruire dalle fondamenta una squadra che reca le cicatrici del peggior biennio della storia recente granata.
La differenza l'hanno fatta le prospettive. Limitanti, secondo il giudizio di Juric, quelle prospettategli da Setti, stimolanti quelle promesse da Cairo. Che ha messo sul tavolo un ingaggio monstre, se calibrato alle potenzialità economiche del Toro, ma soprattutto l'opportunità di condurre un mercato votato al rafforzamento, e non all'ennesima rifondazione. Ivan ha soppesato tutte le variabili, e l'impressione è che abbia virato sulla soluzione più assennata. A Torino avrà l'occasione di rilanciare un club glorioso, desideroso di ritrovare lo spirito battagliero di un tempo (chi meglio di lui per farlo). Senza contare che troverà un organico già impostato per l'assetto difensivo a tre, e dunque soltanto da potenziare, non da stravolgere.
Con l'Hellas si chiude una meravigliosa storia d'amore. Probabilmente irripetibile. Certo non se lo augurano in via Olanda, dove è già partita la caccia al sostituto. Vincenzo Italiano rimane l'ipotesi più affascinante, ma la nutrita coda di pretendenti può essere un ostacolo. E allora a raccogliere l'eredità di Juric potrebbe essere Igor Tudor, amico fraterno di Ivan, braccio destro di Pirlo nell'ultima stagione alla Juve. Da un croato ad un altro: è questa l'ipotesi che si sta profilando con crescente nitore per la panchina scaligera. Che potrebbe avere presto un nuovo padrone, pronto a rigettarsi in una nuova avventura da allenatore in prima dopo la doppia (breve) parentesi all'Udinese.
