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L'altro volto di Romelu. Lukaku meno goleador e più uomo squadra: quest'anno è bastato

L'altro volto di Romelu. Lukaku meno goleador e più uomo squadra: quest'anno è bastatoTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 06:30Serie A
di Raimondo De Magistris

Una stagione in doppia doppia. Meno gol realizzati di Ademola Lookman, Moise Kean e Mateo Retegui, certo. Ma ciò che conta è la rete contro il Cagliari che ha mandato al settimo cielo un'intera città. Ha vidimato il quarto Tricolore del Napoli. Romelu Lukaku è stato grande protagonista e autentico trascinatore nella cavalcata Scudetto. Ancora una volta Antonio Conte ha puntato su di lui, l'ha scelto per sostituire quel Victor Osimhen che aveva chiuso alla possibilità di restare ben prima del suo trasferimento al Galatasaray. E Lukaku ha fatto il suo. Il suo massimo. Che non è più evidentemente quello di qualche anno fa, ma che comunque è bastato per portare a casa uno dei successi più importanti della sua carriera.

Trentadue anni già compiuti, Lukaku la scorsa estate è stato acquistato per espressa richiesta dell'allenatore. Un acquisto che va contro la normale logica della gestione De Laurentiis, una spesa e non un investimento per un calciatore che il suo meglio l'ha già dato. Il calciatore di Anversa non è più la macchina da gol vista nella sua prima avventura all'Inter, né l'attaccante che spaccava in due le difese inglesi. E però mai come quest'anno s'è rivelato un fondamentale uomo squadra, la chioccia di un gruppo che si è affidato alla sua esperienza per trascinarsi fuori dai momenti più complicati.

Conte quattro stagioni più tardi non ha più ritrovato l'attaccante che ha fatto fuoco e fiamme nel suo biennio nerazzurro, l'attaccante da 64 gol in due anni. Però questo Lukaku è sembrato fin da subito consapevole di essere dinanzi alla sfida più affascinante della sua incredibile carriera, di dover fare tutto ciò che gli era possibile per portare a casa lo Scudetto. Lo scorso 24 marzo, dopo la vittoria del Belgio contro l'Ucraina, Big Rom riunì i compagni di nazionale per dir loro: "Ragazzi, era molto importante vincere oggi. Ma non dovevamo trovarci in questa situazione. Ora ognuno di noi tornerà al proprio club, assicuriamoci tutti di provare a vincere un titolo. Provate a vincere un titolo, a far crescere la nostra mentalità". E due mesi più tardi lui il suo titolo l'ha vinto. Segnando qualche gol in meno, certo. Ma anche con un ruolo di leader dello spogliatoio riconosciuto e riconoscibile come mai in passato.

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