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La morte del figlio e le armi nello spogliatoio della Lazio: Agostinelli si racconta

La morte del figlio e le armi nello spogliatoio della Lazio: Agostinelli si raccontaTUTTO mercato WEB
Oggi alle 14:38Serie A
di Ivan Cardia

“Quando vivi una tragedia simile, per metà muori anche tu, non ti risollevi più”. Andrea Agostinelli si racconta, a tutto tondo. Intervistato da corriere.it, l’ex centrocampista parla così del momento più triste della sua vita, la morte del figlio Gianmarco a 33 anni, nel 2014. Nella stanza d’albergo di Montecatini la polizia trovò anche tracce di cocaina: “Tutto quello che si è letto purtroppo è vero - dice Agostinelli -. Iniziò a farne uso nel 2003, quando allenavo il Napoli. E pensare che a casa mia non era mai entrata nemmeno una sigaretta”.

Nel corso dell’intervista, Agostinelli ha raccontato il dolore e tutto quello che passa nella testa di un genitore in quei momenti: “Più volte mi sono chiesto cosa sarebbe successo se non lo avessi lasciato da solo. Volevamo tornare a vivere a Pistoia, avevamo un appuntamento in agenzia immobiliare l’indomani. Ora fatico a tornarci”.

Spazio anche ai racconti dello spogliatoio della Lazio di Maestrelli: “Una gabbia di matti, mai vissuto un giorno lineare”. Risse in partitella come eventi all’ordine del giorno, ma anche altri aneddoti: “ Una volta partimmo in pullman per una trasferta. Noto che tre o quattro compagni seduti in fondo iniziano a caricare le armi: 'Ma dove andiamo, in guerra?', mi chiedo. Poi cominciano a sparare in aria. Guardo fuori dal finestrino e noto un piccolo aereo che ci stava sorvolando. Era Gigi Martini, che oltre a essere calciatore era anche un pilota”.

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