La prima lezione araba per Simone Inzaghi: tanti soldi, ma Al-Hilal senza colpi mondiali

Victor Osimhen arriva, anzi no. E poi il corteggiamento nei confronti Theo Hernandez, la sensazione di avere in pugno Angeliño, il no in partenza dei giocatori interisti e anche quello incassato dalla Fiorentina per Pietro Comuzzo. La finestra di mercato introdotta dalla FIFA per il nuovo Mondiale per club si è chiusa ieri, e per l’Al-Hilal è stata tutto fuorché straordinaria.
Zero acquisti “mondiali”. È questo il bilancio del calciomercato del club di Riyadh, che il 18 giugno - alle 21 ore italiane - esordirà nella competizione al cospetto del Real Madrid di Xabi Alonso. Una lunghissima serie di rifiuti, in molti casi arrivati direttamente dai calciatori corteggiati - emblematici i casi di Osimhen e Theo -, che alla fine porteranno Simone Inzaghi a iniziare la sua nuova avventura senza alcun innesto. Il tecnico piacentino, per carità, si può consolare: in rosa ha comunque giocatori del calibro di João Cancelo, Sergej Milinkovic-Savic o Rúben Neves, tanto per fare alcuni nomi.
Ma è la prima lezione araba. Inzaghi, che ha detto sì all’Al-Hilal tre giorni dopo la finale di Champions League persa con l’Inter - e nessuno toglierà ai tifosi la convinzione che la decisione fosse maturata già prima, anche se forse non è così -, sarà nei prossimi due anni l’allenatore più pagato del pianeta. Mica male, ma non è una scelta che tutti sono pronti a fare: in Arabia si diventa ricchi (anche a costo di restare prigionieri di una gabbia dorata, vedi Pioli che deve aspettare luglio per sposare la Fiorentina, o Mancini per ora fermo al palo), ma ci si trasferisce anche nella periferia del calcio mondiale. Sfavillante, ma pur sempre periferia.
