Se Giroud fa l'Ibra cosa fare con quello vero? Se rinnova non c'è spazio per un altro 9

Olivier Giroud per il Milan 'rischia' davvero di diventare l'uomo Scudetto. Se la squadra di Pioli ha avuto la meglio delle sue rivali nel girone di ritorno il merito è del 9 francese, che ha ribaltato il derby con la sua doppietta e ha ammutolito il Maradona, con un tap-in vincente. Un gol pesantissimo realizzato da chi si esalta quando si alza la posta in palio.
Giroud è sbarcato a Milano la scorsa estate, dopo un lungo inseguimento. Ha messo fine alla sua parentesi londinese e a 34 anni - quasi 35 - ha deciso per il trasferimento in Italia, con un biennale al Milan. Il suo compito doveva essere quello di alternarsi a Ibrahimovic, dare fiato al 40enne attaccante svedese. Ma i numeri oggi dicono che l'ex Chelsea ha fin qui giocato di più e quindi anche segnato di più.
Però facciamo un balzo in avanti e guardiamo alla stagione 2022/23: potrà essere ancora questo l'attacco del Milan che verrà? La risposta è negativa e finora non è una risposta il 2004 Marko Lazetic: acquistato a gennaio come attaccante di prospettiva (ma non prossima). Il Milan lo sa e sta valutando la possibilità di inserire nel reparto avanzato un bomber più giovane e pronto. Negli ultimi giorni, anche accostato al Milan, è emerso il nome di Gianluca Scamacca: l'Inter resta avanti, ma l'interessamento fa capire che a Casa Milan si cerca un calciatore con quell'identikit.
Ma se un giovane centravanti arriverà in estate, al posto di chi? Giroud sta dimostrando di saper decidere le gare che contano e ha un altro anno di contratto. Quello di Ibra invece è in scadenza e dovesse rinnovare - possibile, il Milan ha già avanzato una proposta - allora a quel punto non ci sarebbe spazio per un altro 9, anche perché all'occorrenza c'è pure Rebic che può ricoprire quel ruolo. Palla quindi alla società ma la domanda è lecita: se in questo Milan c'è Giroud che fa l'Ibra c'è ancora bisogno di quello originale che a ottobre compirà 41 anni?
