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TMW RADIO - Foscarini: "Serie A diretta, dico Empoli e Lecce. Monza? Problema stile CR7"

TMW RADIO - Foscarini: "Serie A diretta, dico Empoli e Lecce. Monza? Problema stile CR7"
© foto di Federico Gaetano/Tuttolegapro.com
mercoledì 14 aprile 2021, 18:43Serie A
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
TMW Radio
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Claudio Foscarini intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'allenatore Claudio Foscarini ha parlato in diretta a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. L'intervista inizia dall'Empoli: "Spesso si sottovalutano le società, si pensa sempre e solo a giocatori e allenatori. Ma la capacità dell'Empoli di vedere, di essere lungimirante, di cadere anche, ma partono sempre con le idee chiare senza sbilanciare più di tanto il proprio budget. Hanno una proprietà saggia che sa valutare tutto, dai giocatori all'allenatore: con Dionisi sono stati coraggiosi nella scelta, fondamentale. Certezze non ce ne sono però, se non che l'Empoli ha grandi percentuali di raggiungere il suo obiettivo".

Quali sono gli esempi da seguire in Serie B?
"Modelli come Cittadella, Chievo, Empoli sono un po' particolari, soprattutto nelle prime due realtà non esistono le pressioni della piazza per fare subito il salto di categoria. Però così si può fare in tante buone piazze, io guardo alla solidità economica e progettuale: penso a Vicenza, a Pisa, a Frosinone, al Pordenone. O ancora il Venezia, la Salernitana... E poi ci sono invece piazze come Reggina e Brescia cui la B va stretta, e ti chiedono qualcosa in più".

Il Monza ha troppi pochi giocatori di categoria?
"Credo che si debba andare più in profondità. Se penso alla squadra che ha il Monza mi viene il mal di testa e da chiedermi come mai una squadra tra le più complete della categoria abbia certe problematiche. Mi metto nei panni dell'allenatore: quando porti Balotelli e Boateng, dei talenti che hanno qualità e personalità, è logico che si debba accettare un condizionamento della struttura e del modello di gioco. Lì l'allenatore può dare lo spartito, ma spesso sono loro a dettarlo. Per fare un altro esempio dico Ronaldo alla Juventus: hai voglia a dargli linee guida e un assetto, ma lui andrà oltre. Più delle volte ti fa vincere le partite, ma quando non è in giornata ti scombussola l'organizzazione di gioco. A Monza non hanno considerato questo, pensando che se hai più di un talento vinci. Ma non tutti si adattano a questa categoria e all'enorme spirito di sacrificio che dev'esserci. Quando mancano risultati e successi le problematiche diventano enormi, ma dico che a monte forse andavano fatte altre valutazioni, non serviva forse così tanto".

C'è una grande delusa di queste prime 33 giornate di Serie B?
"Ci metterei il Frosinone. Dopo la scorsa annata ero convinto facessero un salto di qualità per gioco ed atteggiamento, e invece ho visto una squadra sempre al Purgatorio. Mai all'Inferno sinceramente, ma senza nemmeno vedere il Paradiso. Per me rischiano: non so se Ascoli e Cosenza faranno risultati importanti in queste ultime cinque... Poi c'è il Pordenone che ha avuto un tracollo dopo la cessione di Diaw, e non essendo abituati a lottare per certe zone rischiano di essere molto in pericolo. Se si parla poi di delusioni là sotto c'è sicuramente il Pescara, ma cito il Vicenza, che pensavo facesse un altro campionato inserendosi nella zona alta, e poi anche il Pisa. Per me hanno tutto per i playoff, me l'aspettavo ai vertici ma ormai è difficile che centri l'obiettivo playoff".

Il Crotone, con acquisti come Simy e Messias, può indicare la strada per molti?
"In Italia non abbiamo molto la mentalità di andare a scovare un giocatore, curarlo e farlo crescere. Tra l'altro a Crotone non è nemmeno facile portare giocatori... Molti non ci vanno perché piazza del meridione, ma sbagliano: sono società in crescita, e magari lì trovi spazi che altri non ti danno. Tante società mancano di lungimiranza: magari trovano pure qualche giocatore, ma poi gli allenatori non li fanno crescere. Credo manchino soltanto dei bravi dirigenti, capaci di vedere oltre al singolo e immediato risultato, pensando al futuro".

Il Cittadella ha perso l'abbrivio giusto?
"Sono all'ultimo posto dei playoff, penso possano mantenerlo, loro come il Chievo. Le altre candidate sono Brescia, Cremonese e Reggina, ma pure queste hanno degli scontri importanti. Diciamo che il Cittadella ha avuto qualche problema: mesi fa parlavo col direttore (Marchetti, ndr) e mi diceva che molti giocatori hanno lavorato a parte causa Covid, non andava bene la condizione fisica. A volte sanno mascherare meglio certe situazioni, ma se manca il brio fisico, il Cittadella ne risente. Rispetto ad altri anni, poi, non c'è stata una crescita completa degli attaccanti. Da loro ci si aspettava qualcosa in più, perché di situazioni pericolose la squadra ne crea, a volte manca chi chiude l'azione".

Un ricordo della cavalcata che portò l'Alzano Virescit in Serie B.
"Parliamo del 1999-2000, annata eccezionale. Ci siamo ritagliati un piccolo spazio a Bergamo, perché lì di società non ne sopravvivono, se non sono l'Atalanta. Con una priorità così, le altre, si veda pure l'Albinoleffe, vengono sempre poco considerati. Questi piccoli miracoli vengono da persone che hanno idee. L'obiettivo era crescere, senza perdere determinati valori: ci siamo ritagliati questo spazio importante, allo spazio di Bergamo. Chiaro, l'Atalanta aveva 30mila tifosi, noi 3mila, dei budget non ne parliamo. Ma esperienza bellissima".

Più Lecce o Salernitana per la Serie A?
"Sono amico di Castori ma do qualcosa in più al Lecce. Hanno un bomber come Coda che adesso ha trovato quella forma eccezionale".

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