Tra un Openda e un David, la risolve sempre lui. Dusan Vlahovic parla ancora con i gol

I numeri nel calcio - come nella vita - ha una particolarità. Non sono smentibili. Soprattutto se si parla di gol. Ed è proprio con i gol che Dusan Vlahovic parla in campo. Nell'esordio pazzo della Juventus, che consegna agli annali della Champions League un 4-4 che faremo fatica a dimenticare, il graffio del serbo è di quelli che lasciano il segno, più di altri.
Due gol di pregevole fattura, da attaccante vero, oltreché da subentrato. Perché la notte dello Stadium racconta anche questo. Tra un Openda e un David, scelti per partire dal primo minuto, a cambiare la partita ci ha pensato ancora lui. Quel Vlahovic che già aveva timbrato il cartellino nelle prime due giornate di campionato, con altrettante reti. Così salgono a quattro in quattro partite, le marcature di colui sul quale in estate nessuno avrebbe mai scommesso sulla permanenza alla Juventus.
Contratto a parte, vera telenovela di un'estate sopra le righe, resta il fatto incontrovertibile: Vlahovic segna e porta punti. Ma non solo, comincia anche a far segnare: l'assist per il 4-4 definitivo di Kelly ne è la prova. "Non provo rabbia dentro, però non è stato un periodo facile per me - ha detto lo stesso Vlahovic a fine gara -. Il 99% delle cose che si scrivevano non erano vicine alla realtà, però in questo ho trovato forza. Gioco in una squadra meravigliosa e non mi posso lamentare, normale essere criticato se non fai gol ma sto trovando il mio equilibrio e ho tantissimi margini di miglioramento". Insomma, i colloqui sul futuro possono aspettare. A parlare per ora sono i gol.
