Brescia, Cellino: "Avrei preferito finire sotto una macchina che non subire una cosa così"

“Sto male, mi hanno ammazzato e morirò infangato, vituperato e stuprato. E perché? Perché sono stato truffato. Hanno truffato me, la Covisoc e l’Agenzia delle Entrate. Hanno truffato tutti, siamo tutti vittime e mi dispiace in un modo devastante. Avrei preferito morire sotto una macchina che subire una cosa del genere”. Il presidente del Brescia Massimo Cellino dalle colonne della Gazzetta dello Sport parla così delle sensazioni che sta vivendo in questi giorni dopo il caos che ha visto il suo club protagonista a causa del pagamento dei contributi Irpef e Inps, con crediti poi risultati inesistenti, alla scadenza di febbraio che costerà probabilmente un -4 in classifica andando a rivoluzionare la classifica di una Serie B che avrebbe chiuso da tempo la stagione regolare.
“Temo che la sentenza sia già scritta, la Figc ha fissato la data dei play out prima che si possa esprimere un vero tribunale, ma solo dopo le due sentenze dei giudici federali e questo vuol dire che le cose sono già chiare. - prosegue Cellino - Sento di non avere la possibilità di dimostrare che ho ragione. Se l’udienza fosse davanti al TAR avrei dormito tutte le notti, ma sono spaventato dall’atteggiamento del presidente federale”.
Cellino infatti sottolinea come il Brescia sia una vittima che sta subendo un processo ingiusto visto che è stato truffato e che questa vicenda sta minando la credibilità del calcio. Ma spiega di non voler puntare a una Serie B a 22 squadre: “È giusto che il campionato sia a 20 squadre. Con il Brescia. E se mi dicessero oggi ‘non facciamo il processo e portiamo la B a 22’ direi di no, perché non sarebbe giusto, non faccio i comodi miei sui principi in cui credo”.
