TMW - Lupo sull'addio all'Ascoli: "Mi piace fare le cose a modo mio, senza compromessi"

Il direttore sportivo Fabio Lupo ospite della Palermo Football Conference ha parlato del rapporto con l'ex numero uno di Venezia e Palermo Maurizio Zamparini prima di affrontare i temi relativi al proprio passato, presente e futuro: “Zamparini va ricordato anche per quello che era fuori dal calcio o resta quell’immagine di mangia allenatori e direttori e io sono stato una delle sue vittime anche se ho conservato sempre un grande rapporto. Era una persona di grande umanità, straordinaria, che ha fatto tanto bene sia a Palermo sia altrove con della beneficenza di cui nessuno ha mai saputo nulla. Poi ha dato tanto al calcio a Venezia prima e Palermo".
Sull'addio all'Ascoli: "Al di là del mio carattere, sono un professionista a cui piace fare le cose in una certa maniera e assumerne le responsabilità, ma purtroppo la figura del direttore sta diventando una figura di compromesso nell’operabilità e col passare degli anni fai sempre più fatica a trovare un compromesso e allora o ti imponi e dai fastidio a chi sta intorno oppure arriva il momento di rottura e a volte capita, come quest’anno con una squadra che stava andando e sta andando, di dimettersi. Io ho la fortuna di stare qui da 40 anni, non sono il più ricco di tutti, ma apprezzo quel che ho e non ricerco quello che non ho. Ho la possibilità di essere felice in primis con me stesso e tutto questo mi porta a fare scelte anche drastiche oppure di avere atteggiamenti intransigenti che portano alla rottura come successo a Venezia".
Su Sabiri alla Sampdoria: “Lo avevo detto in tempi non sospetti, anche privatamente, che è un giocatore che se capisce che ha l’occasione giusta per far valere le sue qualità allora è un giocatore che può fare la Serie A bene come sta facendo. Lui voleva accettare un’offerta da un club arabo, che fra l’altro non rispettava le nostre richieste, e abbiamo discusso per questo perché gli ho spiegato che lui non doveva andare là perché a 25 anni puoi affermarti in un campionato importante in Europa. Lui era il primo a non credere che potesse arrivare l’occasione in Serie A, ma quando poi ha fatto l’esordio ci siamo sentiti e gli ho sottolineato che avevo ragione. Non mi sorprende perché ha qualità, struttura, capacità, corsa, ha un calcio da Champions League e ha tutto per giocare a buonissimi livelli".
Su un futuro al Cesena: “È stato il primo passaggio importante della mia carriera da calciatore. A novembre passai dal Villafranca a Mare, che era in C2 facendo un miracolo sportivo, al Cesena in Serie A. Per questo ho un legame molto bello con quella piazza, so che si stanno guardando intorno anche se al momento c’è una coppia come Zebi e Viali che sta facendo bene e vanno rispettate. Spero che possano dimostrare di essere all’altezza, poi il Cesena è sempre nel mio cuore e se dovesse arrivare una chiamata fra uno, cinque o dieci anni, sarei contento e probabilmente anche felice".
Su Trajkovski e l'Italia: “Si tratta di un giocatore che quando lo incontravo negli spogliatoi gli davo un cazzotto in testa, lui lo sapeva e rideva quando mi vedeva. È un giocatore che ha tecnica, forza, resistenza, è un ragazzo serio. Ma è un po' indolente, anzi con poca personalità e a causa di questo ha fatto una carriera diversa da quella che poteva fare e meritava. È un giocatore da temere perché nella giornata giusta va temuto, ma noi siamo l’Italia e ai mondiali non possiamo mancare, per storia, tradizione e per il futuro del nostro sistema calcistico".
