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Addio alla SPAL, la Curva Ovest: "Che Ippolito d'Este sia orgoglioso. Noi siamo Ferrara"

Addio alla SPAL, la Curva Ovest: "Che Ippolito d'Este sia orgoglioso. Noi siamo Ferrara"TUTTO mercato WEB
© foto di Massimiliano Vitez/Image Sport
ieri alle 23:19Serie C
di Luca Bargellini

Nel giorno che potrebbe sancire la scomparsa della SPAL dal calcio professionistico la Curva Ovest, cuore pulsante del tifo estense, ha preso posizione con una nota sui propri canali social:

"Quando l'anno 1509 stava per languire sulla via dell'oblio, la città di Ferrara era in grande pericolo.

Le truppe della Serenissima di Venezia avevano sottratto al territorio di Ferrara tutti i possedimenti polesani, e minacciavano di irrompere nel ducato estense. La presenza delle possenti e veloci navi veneziane, posizionate lungo il fiume Po, aspettavano solamente il momento propizio per passare all'attacco, mentre la milizia ferrarese, stanziata nei pressi di Francolino, attendeva con ansia e paura gli sviluppi della situazione. Al comando dell'artiglieria estense, schierata lungo l'argine destro del grande fiume, c'era il fratello del duca Alfonso I. Si trattava del dissoluto Ippolito D'Este, potente cardinale, che ai doveri religiosi e all'abito talare preferiva di gran lunga partecipare a feste e banchetti della corte, scopandosi le migliori fighe di Ferrara (e non solo). Astuto conoscitore dei ritmi delle piene fluviali, Ippolito previde che la piena del Po si sarebbe verificata nella notte fra il 22 e il 23 dicembre, cosa che effettivamente avvenne. L'innalzamento delle acque portò le navi veneziane allo stesso livello dei cannoni ferraresi istallati sugli argini, cui fu dato ordine di sparare.
Il fuoco estense disintegrò la quasi totalità delle imbarcazioni dei veneziani, i quali rinunciarono ai loro propositi belligeranti ritirandosi: Ferrara era salva.
Ora nuove minacce incombono sulla nostra città. Un nuovo Doge venuto da oltreoceano, circondato da una pletora di patetici saltimbanchi e giullari, sta affossando una storia secolare facendo sprofondare la nostra beneamata nel baratro.
Ma noi non ci diamo per vinti. La nostra è una vera e propria chiamata alle armi per il popolo spallino: trasformiamo questa tre giorni in un'indimenticabile dimostrazione di ferraresità!
Che il Parco Urbano venga trasformato in un enorme fortino di difesa della superiorità estense.
Ogni duna sabbiosa diventi il nostro argine da cui prendere a cannonate chi ci vuole morti.
Le sotterranee ramificazione acquee sulle quali si erge la nostra città ci diano la linfa necessaria per superare tutti assieme questo momento.
Annaffiamo i nostri fegati con la birra, il giusto unguento che irrobustisce le nostre viscere.
La musica che accompagnerà le serate sia cantata e ballata tutta la notte nel nome di Ferrara.
Chi è ben disposto e non è troppo ubriaco, stasera vada a puttane... Ippolito D'Este ne sarà orgoglioso: lo racconta la nostra storia.
E soprattutto consoliamoci con la spalla di chi è presente, accarezziamo la nostra anima con un abbraccio collettivo che profuma di S.P.A.L. fino all'ultima stretta.

Per noi che siamo Ferrara e solo per noi.

Noi che non molliamo mai, noi che siamo la Storia!
Tacopina scciopa …Este Viva!

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