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Catanzaro in B dopo 17 anni. Da Martinelli e Iemmello, gli eroi di oggi allora erano adolescenti

Catanzaro in B dopo 17 anni. Da Martinelli e Iemmello, gli eroi di oggi allora erano adolescenti TUTTO mercato WEB
lunedì 20 marzo 2023, 13:49Serie C
di Tommaso Maschio

Il Corriere dello Sport in edicola tra i vari pezzi sulla promozione del Catanzaro in Serie B, arrivata ieri dopo una stagione in cui sono stati infranti molti record, ne ha uno in cui si analizza dove erano e cosa facevano nel 2004 gli attuali eroi giallorossi. Tutti erano lontani dall'approdare fra i professionisti con i più esperti di oggi che allora muovevano i primi passi nei settori giovanili, mentre altri erano poco più che bambini: "Quando nel 2004 fu promosso in Serie B, Andrea Fulignati non aveva neppure 10 anni. Avevano la sua stessa età Stefano Scognamillo, Dimitrios Sounas e Tommaso Biasci; un anno in più Luca Verna. Il capitano Luca Martinelli, allora sedicenne, giocava negli Allievi del Monza. Pasquale Fazio, di un anno più giovane, al di là dello stretto di Messina, a Barcellona Pozzo di Gotto, tra tackle e diagonali difensive strappava già qualche applauso sui campi di provincia, mentre il veronese Nicolò Brighenti, 15 anni, iniziava a farsi le ossa con il Chievo, incamminandosi verso la Serie A che avrebbe conquistato col Frosinone.

- si legge ancora nell'articolo - A Gand, in Belgio, un ragazzino biondo e magrolino di appena 8 anni, tra un esercizio di matematica e un dettato, nelle sfide a pallone con gli amici di scuola, probabilmente aveva già scoperto di possedere dei radar al posto dei piedi per diventare il Jari Vandeputte che tutti conosciamo. E poi lui, Pietro Iemmello, non ancora “Re Pietro”. Nel 2004 aveva 12 anni e indossava con orgoglio la maglia della squadra della sua città. In panchina, a guidare “i ragazzi del 2004” c’era Piero Braglia, il “vate” delle promozioni; 700 chilometri più a Nord, a Giulianova, in Abruzzo, il 38enne Vincenzo Vivarini, da vice-allenatore e osservatore, imparava i rudimenti del mestiere da Francesco D’Arrigo, che il 6 aprile del 1994 era riuscito nell’impresa di battere l’Italia di Sacchi col suo Pontedera, 3 mesi prima della finale dei Mondiali a Pasadena".

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