Salernitana, il mercato non può dipendere dalle uscite. Manca tanto per completare la rosa

Nuova bocciatura per la Salernitana che, a quasi tre mesi di distanza dalla mancata disputa dello spareggio salvezza col Frosinone, prosegue la propria battaglia con l'obiettivo di ribaltare quanto fu stabilito dalla Lega di B con l'avallo della Federazione. I fatti sono ormai noti a tutti. Il 18 maggio, 24 ore prima della sfida con i ciociari in un Arechi popolato da 30mila spettatori, il presidente Bedin impose il rinvio sine die (senza società ufficialmente deferite o penalizzate, un'anomalia) senza convocare i membri del consiglio direttivo in assemblea e senza indicare la nuova data e il nuovo orario. Fattispecie non prevista dall'articolo 27, comma 2, dello Statuto. Da quel momento iniziò un iter giudiziario infinito da parte della Salernitana, spinta da una tifoseria che decise di scendere in piazza per protestare e da tanti esperti di diritto sportivo convinti che ci fossero tutti i presupposti per impugnare quel dispositivo e dire no allo spareggio contro la Sampdoria, retrocessa sul campo e rientrata in gioco dalla porta secondaria. "Non giocheremo se non col Frosinone, è stata fatta una cosa che va oltre regole e logica. Combatteremo in tutte le sedi nel rispetto del nostro pubblico e di tutti i salernitani" la versione ufficiale della Salernitana, appoggiata anche dal Governatore Vincenzo De Luca e dal Sindaco Vincenzo Napoli: "Se hanno deciso di salvare qualcuno a scapito della Salernitana se lo tolgano dalla testa. Facciano quello che vogliono, ma nel rispetto delle regole e della nostra tifoseria. Hanno alimentato tensioni e sospetti, si assumeranno le responsabilità in caso di problemi di ordine pubblico".
Da quel momento in poi soltanto brutte notizie per la Salernitana, bocciata dal Collegio di Garanzia del CONI, dal TFN e, ieri, dalla Corte Federale d'Appello. Nel mezzo anche il no del Tar che, tra le righe, lasciava intendere che la società avesse commesso anche qualche errore procedurale, come quello di rivolgersi alla sezione del CONI "iscrizioni e ammissioni" ritenuta non adatta per entrare nello specifico della problematica. E ora cosa accadrà? Il club, che qualche settimana fa aveva chiesto approfondimenti sull'iscrizione della Sampdoria lamentandosi contestualmente per l'arbitraggio di Doveri nel match di ritorno (rigore negato a Soriano, gol annullato alla Salernitana e rete convalidata alla Sampdoria pur con un fallo di mano evidente, eppure la valutazione per il fischietto laziale fu alta), si riunirà stamattina per valutare il da farsi. In attesa che arrivino le motivazioni del rigetto si sta pensando di tornare al TAR e di arrivare fino al consiglio di Stato impugnando il no della Corte Federale d'Appello e quello del TFN che risale al 19 giugno. Le possibilità che la Salernitana venga ripescata sono ovviamente pari allo zero, al netto di situazioni obiettivamente anomale e che hanno fatto arrabbiare una tifoseria che, all'epoca dei fatti, tappezzò la città di striscioni contestando Gravina e disertando la trasferta di Marassi. A proposito di quelle due gare, a Salerno il pubblico fece di tutto per causare la sospensione definitiva del match "perchè è una farsa inaccettabile e scritta a tavolino", come si leggeva negli striscioni. Originariamente si tentò di fare invasione di campo, ne fece le spese un responsabile alla sicurezza che fu colpito da uno schiaffo. Ci fu poi un fitto lancio d'oggetti che spinse Doveri dapprima a fermare la partita per un'ora e poi a sospenderla definitivamente. Le due giornate di squalifica dell'Arechi furono preludio alla vera stangata, quella imposta dal Viminale: 4 mesi senza poter seguire la squadra del cuore in trasferta. Decisione che ha visto scendere in campo la tifoseria organizzata e alcuni politici locali notoriamente appassionati di calcio e di Salernitana. C'è stato un incontro con il Ministro Piantedosi e il Centro di Coordinamento sarà ascoltato dai giudici del TAR il prossimo 20 agosto: obiettivo riduzione di almeno due mesi della pena, addirittura c'è chi spera in un totale dietrofront che consentirebbe di essere presenti in massa già a Cosenza. Ipotesi remota. Intanto la squadra inizierà a lavorare a Norcia per la seconda parte del ritiro. Raffaele aveva chiesto una rosa completa almeno all'80% ma, al netto delle dichiarazioni ufficiali, è evidente che la Salernitana leghi le entrate alle uscite a causa di un monte ingaggi da oltre 11 milioni di euro decisamente sproporzionato per la categoria e frutto dei tanti errori di valutazione commessi da una proprietà che, però, ha l'obbligo morale di allestire una rosa fortissima dopo aver fatto il doppio salto all'indietro a suon di record negativi e promesse non mantenute.
Ad oggi mancano un portiere (si parla con insistenza dell'ex Padova Donnarumma), due difensori centrali di spessore (riaperta la trattativa con la Ternana per Capuano, il mister avrebbe chiesto espressamente Brighenti del Catanzaro), tre centrocampisti (passi in avanti per Tascone del Cerignola), due esterni di destra (si attendono novità sul fronte Rimini prima di sferrare l'assalto decisivo per Longobardi) e un attaccante. Sono da considerarsi ormai granata il fantasista Knezovic, uno dei fiori all'occhiello della Primavera del Sassuolo, e l'attaccante Liguori, ormai col contratto pronto da venti giorni ma impossibilitati a lavorare con la squadra perchè, come detto, non si acquista se non si vende. La speranza dei tifosi è che il ds Faggiano batta i pugni sul tavolo qualora i paletti sul mercato fossero tali da far saltare altre trattative come già accaduto nel mese di luglio. Il Benevento sta lavorando benissimo, il Catania ha un organico molto competitivo, il Trapani ha investito molto al netto del -8 e il girone C è per antonomasia il più complicato di tutti. La Salernitana, in segno di rispetto per la propria gente, deve accelerare e mettere a disposizione di Raffaele giocatori di prima fascia in tempi rapidi, senza badare a spese e con l'unico obiettivo di vincere il campionato. Certo, non sarà facile piazzare gente come Sepe, Maggiore e Lovato che guadagna più di un milione lordo e sarà altrettanto complicato piazzare altrove i vari Dalmonte, Legowski e Tongya che certo non vengono da annate brillantissime. Tuttavia la partenza imminente di Bradaric in direzione Verona consentirà di risparmiare un ingaggio pesante e di incassare una cifra importante. Ma dopo un mese e mezzo i tifosi si aspettavano un modus operandi totalmente differente rispetto a un recente passato che non può non aver insegnato nulla.
