Beppe Viola, ironico...dissacrante. Ci lasciava il 17 ottobre 1982

“Sarei disposto ad avere 37.2 tutta la vita in cambio della seconda palla di servizio di McEnroe”
Giuseppe Viola detto Beppe (1939-1982) è stato giornalista, scrittore, telecronista sportivo e umorista. Ha iniziato a scrivere di sport a metà degli anni cinquanta, ha lavorato come redattore televisivo, inviato speciale e telecronista di calcio, pugilato, ippica e motori. Ha tenuto per anni su Linus la rubrica “Vite Vere” e ha scritto molte canzoni in coppia con Enzo Jannacci. Ha lavorato come sceneggiatore cinematografico per Mario Monicelli e Ugo Tognazzi e come scrittore di testi per comici come Massimo Boldi, Teo Teocoli e Paolo Villaggio nella stagione d’oro del Derby Club di Milano.
Milano lo ricorda con un giardino. Glielo ha intitolato nel 2021 a Città Studi, il suo quartiere. Un'area verde di 1.800 metri quadri con scivoli e altalene che si affaccia su via Sismondi, la strada dove abitava con la moglie Franca e le sue quattro figlie, Renata, Marina, Anna e Serena.
Sono passati 42 anni dalla morte di Beppe Viola, gli stessi che aveva quando ci ha lasciati improvvisamente. È stato un giornalista straordinario, ironico ma mai superficiale. Riusciva a suscitare attesa perché da ogni suo servizio nasceva divertimento e - soprattutto - riflessione.
La stessa strada dove in gioventù aveva vissuto Enzo Jannacci, suo amico fraterno fin dall’infanzia. «Giardino Giuseppe Viola» riporta la targa. E, sotto, la professione, Giornalista, con accanto due date: 1939-1982.
Perché Giuseppe Viola — in arte Beppe, per i familiari e gli amici semplicemente Peppi, «il» Peppi — è morto giovane, troppo giovane. Ancora nove giorni e avrebbe compiuto 43 anni. Un ictus è andato a prenderlo negli studi della Rai di corso Sempione, dove lavorava, e se l’è portato via. Era una domenica di ottobre.
