Ferreira Pinto solo la punta dell'iceberg. Alla scoperta dell'Almè con Davide Locatelli

Ha fatto molto parlare, nei giorni scorsi, l'approdo di Ferreira Pinto all'Almè, formazione del campionato di Promozione lombardo, ma quello che può sembrare il classico "colpo da 90" è in realtà solo la punta dell'iceberg. Perché dietro quel colpo di mercato c'è molto di più, c'è una società ambiziosa e all'avanguardia.

E alla scoperta dell'Almè sono andati i microfoni di TuttoMercatoWeb.com, che hanno contattato la mente del progetto, Davide Locatelli. Pianista e compositore bergamasco, che vive a Los Angeles da ormai tre anni, ma con la grande passione per il calcio: "Io sono un musicista, è questa la mia principale attività, ma sei anni fa ho aperto anche un'agenzia di comunicazione che mi sta dando ottimi risultati sia in Italia che all'estero. Il calcio, però, è la mia grande passione: sono milanista, e nel 2022 ho avuto l'onore di fare l'inno rossonero. Questa opportunità mi ha poi invogliato ad approfondire con il mondo pallonaro, e quando si è presentata l'occasione ho accettato subito il ruolo di team manager dell'Almè, coadiuvando il presidente Bruno Crotti e il vice presidente Cristian Gasparini, per poter portare avanti anche lì la mia filosofia del lavoro".

E da cosa e come nasce la trattativa con Ferreira Pinto?
"Dal mio arrivo abbiamo optato per il totale rifacimento della rosa, della vecchia guardia abbiamo tenuto solo quatto calciatori che sono in linea con la mia filosofia, per me non sono importanti i nomi che dobbiamo magari strapagare, siamo al momento in una categoria dilettantistica, ma appunto persone che sposino le mie idee. Mi sono ispirato al mio film preferito, "L'arte di vincere". Quando poi ho saputo che Ferreira Pinto non avrebbe rinnovato il contratto con il club di Serie D dove militava, mi sono fatto avanti, e dopo un po' di trattative siamo arrivati alla quadra: lui sarà il punto fermo del gruppo, insegnerà ai giovani, guiderà un po' lo spogliatoio. E probabilmente non sarà l'unico...".

Cosa intende?
"Stiamo selezionando giocatori da categorie più alte, e probabilmente avremo un altro ex Serie A. Ma al momento non posso dire di più, se non che nel nostro team ci sono già anche altre figure importanti, quali Domenico Moro, responsabile del settore giovanile, e Rolando Bianchi, nostro consulente esterno: ha già proposto nomi da visionare, è una grande risorsa sia a livello di lavoro che di presenza".

Diceva prima che il calcio è la sua grande passione. Ma quando è nata?
"Ho sempre seguito il calcio, fin da piccolo, ma il momento in cui ho iniziato ad amarlo davvero è stato nel 2003, con la finale di Champions tra Milan e Juve. Però non ho mai giocato, ho sempre fatto sport ma mai calcio".

Quindi perché la decisione di investirci? Solo per grande passione?
"Il mio approccio al calcio nasce per due motivi, il primo perché voglio dimostrare che con le idee si possono fare grandi cose, non occorre un budget da professionisti, poi perché voglio offrire al mio paese qualcosa di importante, voglio lasciare un segno nella bergamasca. Tanto che sto già lavorando a progetti futuri, perché se riuscissimo a centrare la promozione in Eccellenza, potremmo avviare un progetto televisivo, ci sono tante belle cose che navigano intorno a noi. E mi stanno chiamando in tanti, anche possibili sponsor, per questo progetto calcistico".

Progetto indubbiamente innovativo. Ma lei ha mai pensato di abilitarsi a qualche professione calcistica, magari seguendo un corso per Ds?
"Per il momento no, è la mia prima esperienza attiva nel mondo del calcio, ma non escludo di fare questo passo in futuro: anche il mio manager, Francesco Facchinetti, ha fatto lo stesso percorso, e con grande successo. Mai dire mai".

Senza però abbandonare la musica.
"Tutto questo è nato grazie alla musica, senza lei non avrei iniziato il progetto di cui ho parlato, non avrei avuto tante possibilità. Le devo tutto".