Prima flop, poi top. Eriksen-Inter è finita sul più bello: meglio esserci lasciati che non esserci mai incontrati

Era il campione con cui fare il salto di qualità. Una grande occasione, ma anche un affare piuttosto oneroso: Christian Eriksen all'Inter è costato 27 milioni di euro, a pochi mesi dalla scadenza di contratto col Tottenham. Un colpo di cui, almeno nell'immediato, Marotta e Ausilio si sarebbero - anche se all'epoca era imprevedibile e oggi è quasi inconfessabile - almeno in parte pentiti. Perché è stato uno degli ultimi grandi acquisti prima che Suning chiudesse i rubinetti: a saperlo, di dover fare in futuro le nozze coi fichi secchi, con ottime probabilità gli uomini mercato nerazzurri non avrebbero speso quelle cifre per un giocatore che di lì a poco sarebbe potuto arrivare a parametro zero. Anche perché Eriksen all'Inter, dal punto di vista calcistico, è sembrato per un lungo periodo di tempo un flop.
L'uomo dei minuti finali. Il feeling con Conte non è scattato, quantomeno non dall'inizio. Il tecnico salentino aveva sì bisogno di un giocatore di classe, ma non era disposto a rinunciare ai suoi ritrovati dogmi tattici - su tutti il 3-5-2 - per assecondare il pur innegabile talento di Eriksen. Uno che all'Inter arrivava dopo un decennio da stella assoluta del Tottenham, il miglior giocatore della Premier League sotto il profilo degli assist, e che da questo punto di vista risultava difficile irreggimentare come uno dei tanti "soldatini" che a Conte sono sempre piaciuti. Presentatosi con un ottimo biglietto da visita, Eriksen è diventato col passare del tempo un enigma per l'Inter e per il suo allenatore. Per diversi mesi, a cavallo tra la stagione 2019/2020 e quella 2020/2021, il danese è diventato addirittura l'uomo dei minuti finali. Da uno a cinque, quando la partita non aveva più molto da dire. Come se Conte volesse mandare un messaggio anche alla società. Ha saputo tenere duro, l'ex Spurs.
È finita sul più bello. Si parla sempre di calcio, ça va sans dire. L'emozione e la paura per quello che è successo a Eriksen durante Euro 2020 si portano dietro un afflato che rischia di annegare qualsiasi considerazione, e anche esaltare il suo periodo nerazzurro oltre quello che effettivamente è stato. È fisiologico ed è anche giusto che sia così. Però, negli ultimi mesi, è vero che il danese fosse diventato un fattore per la squadra poi campione d'Italia. Capita l'antifona, Conte gli ha cucito attorno l'undici tipo, affidandosi alla sua capacità balistica e di far girare velocemente la palla. Da gennaio 2021 in poi, Eriksen ha giocato quasi sempre da titolare, ha segnato - tre gol - ed è stato uno dei fattori che hanno reso insostenibile per tutta la concorrenza il girone di ritorno dei nerazzurri. Da questo punto di vista, andando oltre la vicinanza umana da cui è così difficile prescindere, è un peccato che l'avventura fra lui e l'Inter sia dovuta finire - a maggior ragione, ovvio, per come è dovuta finire - nel momento di maggior gloria e soddisfazione reciproca. In qualche modo, Eriksen rimarrà sempre legato ai colori nerazzurri e nella memoria dei tifosi. L'impressione è che potesse comunque farlo sul campo, e che con Inzaghi potesse liberare ancora di più le sue qualità al servizio della squadra. È una domanda a cui nessuno potrà mai dare una risposta. Ma, come sempre, aveva ragione Faber: "Io mi dico è stato meglio lasciarci, che non esserci mai incontrati".
Leggi anche - UFFICIALE: Christian Eriksen e l'Inter hanno risolto consensualmente il contratto
