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Cordova e il suo passato alla Roma: "Non sono nella Hall of Fame... ci stanno cani e porci"

Cordova e il suo passato alla Roma: "Non sono nella Hall of Fame... ci stanno cani e porci"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 10:30Serie A
di Niccolò Righi

L'ex centrocampista Franco Cordova ha parlato a La Gazzetta dello Sport ripercorrendo il suo passato alla Roma: "Ho dato tanto. Al numero di maglia (il 10, ndr) non pensavo, io volevo solo giocare. E non sono nemmeno uno che si andava a leggere le pagelle: una volta vidi un mio compagno regalare un prosciutto a un giornalista per farselo amico, ma non faccio nomi... Il 10 in ogni caso resta un numero affascinante, anche se l’ho visto addosso a gente poco adatta, tipo Capello. Oggi la Roma, dopo Totti, lo sta salvaguardando e fa bene, l’unico che potrebbe vestirlo è Dybala".

In un derby del 2015 la Curva Sud ha realizzato una coreografia coni volti dei capitani storici. Lei non c’era.
"E ci sono rimasto malissimo. È anche una gravissima colpa della Roma, che non mi ha difeso. Capisco che sono andato alla Lazio, ma sono tanti quelli che hanno scelto Milano, Firenze o Torino e vengono accreditati come grandi romanisti. Vedere tutte quelle facce in Curva e non la mia mi fece male. Del resto non sono neanche nella Hall of Fame della Roma, ci stanno cani e porci... Perché? Penso per il passaggio alla Lazio. Ma lì fu il presidente Anzalone a mettermi alle corde: “O vai là o smetti di giocare”. Istintivamente accettai. In quel momento non mi era proprio possibile lasciare sole a Roma Simona e sua figlia Roberta, la situazione era troppo delicata. Anzalone sapeva tutto, ma non mi permise di restare".

Chi lo vince il campionato?
"Milan o Juve. Il Napoli non lo metto perché ho una famiglia di napoletani e quando vince mi chiamano trenta volte, così come quando la Roma perde. E io, al di là di tutto sono e resterò sempre romanista".

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