Davide Lippi: "Chiellini e la Juve: dipenderà da emozioni ed esigenze"

Padrone di casa di Reset Group, insieme al socio Carlo Diana, Davide Lippi parla con Tuttomercatoweb.com a margine della presentazione del nuovo corso della sua agenzia. "C'è tanta emozione, è l'alba di un progetto nuovo: è un punto d'arrivo dopo 15 anni di lavoro, energia, voglia, risultati positivi e negativi. E ora è un punto di partenza. Con Carlo ci presentiamo e abbiamo la presunzione di presentarci in settori nuovi dopo tutta l'esperienza nel calcio. Parlavo prima con Samele, coi ragazzi del tiro al volo, di altri sport di nicchia: a loro non prometto niente se non lavoro serio e investimenti per continuare a costruire un'impresa. Vogliamo far gruppo di lavoro, è quello in cui credo. Sono cresciuto pensando a quello, che nessuno di noi è forte quanto tutti noi messi insieme".
Passiamo a Giorgio Chiellini: dal 1 luglio che fa?
"Intanto c'è un contratto con la Juventus, vediamo. Non è un contratto che decide le sorti del giocatore: dipende dalle emozioni del ragazzo, dalle esigenze della squadra. Giorgio vive alla giornata sulla carriera, è concentrato gara dopo gara. Il quarto posto è un'ossessione, poi vediamo. Ci sono tante possibilità e alternative: per come lo vedo domenica dico che non ci sono molti difensori di questo livello. Vediamo".
La Juventus è sempre in lotta per lo Scudetto?
"Parlarne ora è difficile, sarà complesso che rientri, l'obiettivo è la Champions League e raggiungere un piazzamento sarà il suo titolo".
Chi è la favorita?
"Mi piace il Napoli, anche se non mi aspettavo la sconfitta: merito però della Fiorentina e del suo progetto in cui tanti non credevano. L'Inter deve recuperarne una... Sono quelle tre. Il Napoli purtroppo ha perso dei giocatori a gennaio, diciamo che anche col Milan sono tutte lì".
La Fiorentina è la sorpresa?
"No, è il continuo del percorso. Solo che tutti si aspettavano risultati subito, in un anno.
La Fiorentina sta facendo un percorso importante, lavorano insieme e costruiscono da tre anni. Investono sulle strutture e i risultati arrivano: hanno cambiato giocatori e facce, tanti, ma ora hanno trovato l'allenatore giusto come Italiano. Però è una squadra costruita in tre anni, con due-tre giocatori di livello messi ogni anno. Così si costruiscono i percorsi. Oggi la Fiorentina è competitiva, ha preso giocatori e un allenatore, la società ha le idee più chiare dopo essere arrivata in un calcio nuovo. Joe Barone sta facendo passi da gigante, Daniele Pradè è un grande dirigente ed è pronta per fare un salto. Per essere nelle prime quattro come l'Atalanta c'è da lavorare ma non credo spaventi nessuno: a Firenze devono essere felici, stanno creando valore anche con una struttura come quella del centro sportivo. E poi c'è Cabral, è un giocatore forte: a gennaio chi arriva dall'estero ha bisogno di tempo. Ha fatto il record di gol in Svizzera, non mi aspettavo doppiette subito ma si sta ambientando. E' giovane, forte, farà grandi cose anche lui".
Si è rivisto Spinazzola, finalmente
"Abbiamo sofferto tanto: noi, la famiglia, i collaboratori, ma il tunnel è finito anche per lui. E' il momento di sorridere".
Come deve ripartire il calcio italiano?
"Puntando sulla formazione. Dirigenziale, tecnica, di allenatori. Di tutto. Studiare e formare: all'estero hanno lavorato tanto su questo, il talento lo abbiamo sempre avuto in Italia".
Da uomo mercato, dove andrà Dybala?
"Spero non esca dall'Italia ma temo che il suo futuro non sia qui. Però mi ha emozionato vederlo sabato emozionato. Si rifarà la sua carriera, è giovane, ma non vedo semplice una sua permanenza in Italia".

