Porto-Juve, il doppio ex Andrade: "Non c'è partita. Pirlo, è l'anno della Champions"

"Juve, la vittoria della Champions quest'anno è più vicina...". Parole e musica per i tifosi bianconeri, quelle di Jorge Andrade, storico difensore della Nazionale portoghese che in carriera ha vestito anche le maglie di Porto e Juventus prima del grave infortunio al ginocchio sinistro che l'ha costretto a ritirarsi dal calcio giocato a soli 32 anni. È proprio lui che TuttoMercatoWeb.com ha intervistato in esclusiva per presentare l'andata degli ottavi di finale di Champions League in programma questa sera all'Estádio do Dragão tra le sue due ex squadre, raccontando - tra i tanti temi trattati - anche i suoi due anni a Torino, l'amicizia con Cristiano Ronaldo e Giorgio Chiellini, oltre alla sua nuova vita da allenatore.
Andrade, Porto-Juventus è (anche) la sua partita: cosa si aspetta questa sera?
"Mister Conceição conosce benissimo il calcio italiano, sarà una doppia sfida complicata per la Juve, ma secondo me i bianconeri sono nettamente favoriti".
Passa la Juve dunque?
"Per me sì, i bianconeri hanno una smisurata voglia di arrivare alla fine di questa competizione e il 2020-2021 può essere finalmente la stagione giusta per vincere la Champions. Me lo sento, questo traguardo è vicino. E non dimenticatevi neanche la corsa Scudetto: sembra una lotta a due tra Inter e Milan, ma la Juventus alla fine sarà lassù a giocarsela. Come sempre".
Quali sono pregi e difetti dei Dragões?
"Il Porto è una squadra molto fisica, che gioca un calcio offensivo e dinamico. Tuttavia, arriva alla super sfida con la Juve affaticato dai tanti impegni ravvicinati delle ultime settimane. E Conceição in panchina non ha certo le alternative di Pirlo".
Sono non a caso 43 le reti segnate finora dal Porto in Primeira Liga, mentre preoccupano le 21 subite in 19 giornate. Anche perché questa sera ci sarà un certo Cristiano Ronaldo da contenere...
"Esattamente. Gli anni passano, ma Cristiano Ronaldo non perde colpi e, anzi, continua a confermarsi e migliorarsi stagione dopo stagione. È davvero impressionante".
Lui così come l'ancor più "vecchio" Zlatan Ibrahimovic, sempre in Serie A.
"Ma c'è una differenza enorme tra i due, almeno dal mio punto di vista: Ibra è un solista, che gioca sempre e solo per sé stesso e per i suoi risultati personali. CR7 invece è un uomo squadra, il leader di qualsiasi spogliatoio in cui si trova. Lo ricordo bene nelle tante gare giocate insieme col Portogallo, Cristiano era uno di quelli che riuscivano a far rendere al meglio anche tutti i compagni. Proprio così sta facendo anche alla Juventus e io naturalmente faccio il tifo per lui e per i bianconeri, non solo questa sera".
Nonostante lo sfortunato infortunio e le poche presenze all'attivo, sembra avere un gran bel ricordo della sua avventura in maglia bianconera.
"Assolutamente sì. La Juventus è stata, è e sarà sempre una famiglia per me. Io e i miei compagni a quell'epoca eravamo insieme ogni giorno, molto legati dentro e fuori dal campo. Non mi hanno lasciato solo quando mi sono dovuto fermare e operare, passando un periodo veramente difficile, e io non potrò mai dimenticare quell'affetto incondizionato che ho ricevuto".
Nella Juve di oggi "resistono" ancora due suoi ex compagni tra il 2007 e il 2009.
"Buffon e Chiellini, sì. Che dire di Gigi? Nonostante la sua età, è ancora bravissimo a gestirsi e, quando scende in campo, i risultati parlano ogni volta per lui. Sembra facile da fuori, specialmente per un portiere, ma vi assicuro che non lo è. Chiellini invece è la persona più intelligente che abbia mai conosciuto nel mondo del calcio. Ha avuto un brutto infortunio in questi mesi, ma sta tornando a comandare la difesa bianconera con grande esperienza e personalità. Giorgio è un leader e un amico vero".
Cosa fa invece oggigiorno Jorge Andrade?
"Faccio l'opinionista televisivo e alleno. Ho già avuto qualche esperienza in panchina e adesso aspetto, senza alcuna fretta, una nuova opportunità. Per ora mi piace più il ruolo di vice o assistente piuttosto che quello di primo allenatore, ma in futuro chissà...".
In futuro tornerà magari anche in Italia?
"Magari, ha detto bene... L'Italia è sempre un sogno, per me e per tutti i miei connazionali. Qui in Portogallo abbiamo studiato a lungo il rigore e la tattica del calcio italiano, gli allenatori di Serie A sono un esempio da seguire e chiaramente tornerei subito se ci fosse la possibilità".
Non possiamo non chiederle infine una battuta anche sul suo ex avversario Paulo Fonseca, sulla Roma e sulla gara di domani contro il Braga.
"Stimo molto Paulo, da allenatore mi sembra meglio che da giocatore (ride, ndr). Lo ricordo bene in campo perché ha giocato come me sia nel Porto che nell'Estrela Amadora. Era anche lui un difensore centrale, l'ho pure affrontato varie volte... Oggi sta facendo bene in una piazza caldissima e complicata da gestire come quella di Roma, mostrando ottime cose sia a livello tattico che a livello caratteriale. I giallorossi giocano sempre per vincere e Fonseca finora ha saputo reggere le pressioni, anche grazie a una dialettica eccellente nelle conferenze e nelle interviste".
Col Braga in Europa League chi parte favorito secondo lei?
"La Roma, non ho alcun dubbio su questo. Guai però a sottovalutare il Braga... Mister Carlos Carvalhal ha grande esperienza e allena una squadra forte, che per di più ha fatto un mercato importante in entrata. I giallorossi hanno sicuramente individualità superiori e la grande conoscenza del calcio portoghese di Fonseca sarà un ulteriore surplus in questo doppio confronto, ma qui sappiamo bene che non si può mai dare per morti gli Arsenalistas".
