Genoa, Vieira: "Per vincere non c’è un modulo giusto, ma adattarsi alla qualità dei calciatori"

Una lunga chiacchierata con i colleghi di Buoncalcioatutti.it. L'allenatore del Genoa Patrick Vieira si è raccontato soffermandosi anche sugli allenatori avuti in passato: "É difficile scegliere uno o l’altro. Credo che l’allenatore più bravo sia quello che prende entrambe le cose e vince. Ho avuto la fortuna di avere grandissimi allenatori, credo che la cosa che loro hanno in comune è di ottenere il massimo dalla squadra. Mi ricordo Wenger, ma anche Mancini all’Inter dove avevamo venticinque giocatori di alto livello e con caratteri forti. Lui, però, è riuscito a creare un gruppo e a ottenere il massimo, rendendo l’Inter la squadra più forte in Italia. La forza di un allenatore è tirare fuori il massimo da un gruppo, facendo giocare i giocatori al loro posto dove si esprimono al meglio. Cosa cambierei nel calcio di oggi? Questa è una bella domanda. Credo che per un calciatore oggi sia più difficile, ci sono più tentazioni rispetto a venti o trenta anni fa. La cosa che cambierei… il telefono (ride, ndr). Basta telefono".
Fra possesso palla e contropiede Vieira non ha dubbi: "Credo che la difficoltà di oggi sia che tutti o tanti vogliono giocare come la squadra di Guardiola, che per me è un grandissimo allenatore e può anche essere considerato il miglior allenatore di tutti i tempi. Ma non si può giocare sempre come il Barcellona o il Manchester City. Per vincere non c’è un modulo giusto, ma per me serve guardare la rosa e vedere i punti forti e adattarsi con la qualità dei calciatori a disposizione. Se abbiamo giocatori bravissimi tecnicamente, il possesso è un’opzione. Se abbiamo giocatori che hanno velocità e sono bravi in contropiede, questo è un’opzione. Serve la rosa per giocare in un certo modo. Al Genoa gli ultimi sei mesi abbiamo avuto un gruppo di calciatori ai quali piace pressare alto e riconquistare il pallone alti, questo modulo ha funzionato benissimo".
Il tecnico rossoblù preferisce vedere in prima persona i giocatori: "Sì, su questo non cambierò mai. Ho la fortuna di lavorare con il direttore, a cui piace vedere il giocatore dal vivo. L’algoritmo ti aiuta a conoscere bene il calciatore e ad avere più informazioni, che ti aiutano a prendere la decisione giusta. Queste ti aiutano a sbagliare meno, ma andare a vedere i calciatori dal vivo è il calcio".
