Il Bologna propone un ingaggio raddoppiato fino al 2029, Lucumí chiede tempo. Il punto

Lo scorso 10 luglio è scaduta a tutti gli effetti la clausola di risoluzione nel contratto di Jhon Lucumí con il Bologna, che consentiva a chiunque si fosse presentato con 28 milioni di euro cash (e da versare in una sola tranche) e avesse trovato l'accordo contrattuale, di aggiudicarsi il difensore della Nazionale colombiana senza bisogno di trattare con i rossoblù.
La cifra non era di quelle che inducono a pagare senza pensarci, qualche società ha provato ad avviare discorsi a latere ma le trattative per la contemporanea uscita di Beukema (ormai davvero a un passo dal Napoli) hanno sempre indotto il Bologna a indicare la cifra della clausola come unica valutazione possibile per Lucumi.
Adesso, come noto, il Bologna spera di poter convincere Lucumí a estendere il proprio contratto (non inganni la scadenza al 2026, c'è di mezzo un'opzione unilaterale pro club per il rinnovo automatico fino al 2027) e ha formulato ufficiosamente una prima proposta per estendere l'accordo vigente fino al 2029 e raddoppiare l'ingaggio del difensore fino a quasi 2 milioni di euro netti a stagione. Da parte sua il calciatore ha sì fatto intendere di essere pronto a firmare, ma non subito: Lucumi ha chiesto ancora un po' di tempo al Bologna. L'idea è che possa attendere ancora qualche chiamata irrinunciabile (che tale però deve essere anche per il club), prima di legarsi al progetto rossoblù. L'idea di vederlo a Roma, oggi, è più lontana.
