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L'ex ct della Spagna U17: "Yamal? Se l'Inter pensa troppo a lui, gli altri rimangono liberi"

L'ex ct della Spagna U17: "Yamal? Se l'Inter pensa troppo a lui, gli altri rimangono liberi"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 14:53Serie A
di Daniele Najjar

Colonna dell'Athletic Club da giocatore, come allenatore Julen Guerrero López ha condotto tre differenti Nazionali giovanili della Spagna, l'under 15, 16 e 17 a cavallo fra il 2018 ed il 2023. Insomma, diversi dei talenti esplosi nel Barcellona che l'Inter dovrà affrontare stasera, ha avuto modo di vederli crescere. Nell'intervista che ha rilasciato in esclusiva a TuttoMecatoWeb ci ha parlato di alcuni di loro.

Ci racconta il primo Lamine Yamal che ha incontrato?
"In Spagna si svolgono tornei molto importanti per i ragazzi di 11-12 anni. Ho iniziato a seguire Lamine a quell'età, quando giocava nei tornei della categoria Alevín. A quel tempo ero l'allenatore delle squadre nazionali Under 15 e Under 16 e tenevo sempre d'occhio i giocatori che si stavano già distinguendo. È sempre stato un giocatore differente, in ogni categoria. Il suo talento, particolarmente prezioso vicino alla porta avversaria, il dribbling, la velocità, gli assist e i gol lo rendono un giocatore molto decisivo".

Oggi l'Inter proverà a fermarlo. Ma è possibile farlo? Sembra inarrestabile quando le cose vanno bene...
"Lamine ha molte risorse, perché riesce a far uscire la palla da entrambi i lati, con cambi di direzione repentini e primi metri molto rapidi. L'Inter si preparerà sicuramente a tutto questo, ma il problema è che se ci sono molti giocatori in attesa di Lamine, lascerà liberi anche altri giocatori di qualità del Barcellona in altri reparti, e i blaugrana potrebbero approfittarne. Non puoi limitarti a guardare Lamine. Quindi sapere come eseguire questi movimenti difensivi sarà uno degli aspetti chiave della partita".

Simone Inzaghi ha dichiarato di aver visto raramente come lui. Tutta questa attenzione potrebbe essere dannosa per lui, in futuro?
"Lamine è un giocatore che non ha paura delle sfide o delle responsabilità e finora tutto sta andando per il verso giusto. È molto importante circondarsi di persone che possano aiutarti a elaborare tutto quello che stai attraversando in così poco tempo, e questo riguarda tante cose, non solo lo sport. È molto importante concentrarsi sul calcio, prendersi cura di sé e avere l'ambizione di migliorare ogni giorno. Se riuscirà a raggiungere questo obiettivo nel lungo periodo, continuerà a fare la differenza".

In Italia ci chiediamo perché certi talenti non nascono più qui. Ma secondo lei il problema è che in Italia crediamo poco nei giovani? Magari Yamal sarebbe passato da qualche prestito qui da noi...
"Penso che dipenda molto dallo stile di gioco. In Spagna, fin da giovanissimi, la maggior parte delle squadre basa il proprio stile di gioco sulla palla e, per farlo, cercano giocatori di talento, intelligenti, che sappiano interpretare il gioco, in tutte le posizioni del campo. È molto importante che questi giocatori sviluppino uno stile e un modo di giocare che consentano loro di sviluppare tale talento. È fondamentale allenare e pianificare le partite in cui questi giocatori possano crescere ed esprimersi".

A proposito di Gavi e Pedri: ci racconta di loro e di come li hai visti crescere?
"Conosco Gavi da quando era molto piccolo, da quando giocava nel Betis a 8 o 9 anni. A quell'età era già andato a Barcellona. In seguito l'ho avuto con me nelle squadre U-15 e U-16. È sempre stato un giocatore con molto carattere, molta ambizione e molta passione. È molto competitivo e questo dà forza ed energia al resto della squadra. Ho incontrato Pedri quando era più grande. Lui ha giocato per il Las Palmas e osservare i giocatori che arrivano da quell'Isola quando sono giovani è più complicato. Ma da quando ha debuttato in Seconda Divisione, ci ha impressionato tutti. Ha una grande capacità di tenere la palla incollata ai piedi. C'è sempre stata la questione su quale fosse la sua posizione ideale, perché ha giocato molto anche come centrocampista. Ma credo che lui si senta più a suo agio nella costruzione, nell'elaborazione dell'azione fin dall'inizio. Più ha la palla tra i piedi, più è felice e meglio gioca. Inoltre, in questa stagione ha fatto un grande balzo in avanti nel suo aspetto fisico. Il suo percorso è enorme. Si manifesta in tutti gli ambiti del campo".

L'l'Inter ha annunciato che cercherà di strappare un po' di possesso palla al Barcellona. Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan riusciranno a farcela oppure il Barcellona è troppo forte sotto questo aspetto?
"Penso che siano due stili molto diversi e che entrambi si sentano molto a loro agio con il proprio. Il Barcellona avrà più possesso palla, più controllo e dominerà di più la partita. Hanno giocatori tecnicamente eccellenti che sanno giocare molto bene negli spazi ristretti vicino all'area avversaria. Sono molto talentuosi e creano occasioni da gol molto facilmente. L'Inter è una squadra abile nell'attaccare le transizioni, come abbiamo visto nella gara di andata. E il Barcellona soffre molto la mancanza di giocatori veloci che giocano negli spazi. Se l'Inter riuscisse a passare la palla ai propri attaccanti al momento giusto, evitando di cadere nella trappola del fuorigioco, potrebbe creare numerose occasioni. Ci siamo divertiti tantissimo a Barcellona e spero che ci divertiremo anche a Milano. Sono due squadre formate da grandi giocatori, che cercano costantemente la porta avversaria".

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