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Perché siamo ancora tutti pronti a credere nella rinascita di Nicolò Zaniolo

Perché siamo ancora tutti pronti a credere nella rinascita di Nicolò ZanioloTUTTO mercato WEB
© foto di TMWNetwork
mercoledì 24 settembre 2025, 10:36Serie A
di Ivan Cardia

Nicolò Zaniolo l’ha rifatto. Si è presentato con il suo dieci sulla schiena e ci ha illusi tutti. Di nuovo, forse. La prima da titolare con l’Udinese, nella sfida vinta in Coppa Italia con il Palermo, è stata una di quelle serate che abbiamo sognato potesse offrire in serie. Dopo tre minuti ha mandato in porta Miller, poi ha scaldato il mancino e infine ha bucato Joronen da fuori: classe e potenza, tutto quello che il ragazzo ha nel suo repertorio. Almeno sulla carta.

Non segnava dal 14 dicembre 2024, 1-0 dell’Atalanta a Cagliari con la sua firma. L’ultimo acuto di una scommessa alla quale Gasperini si era sostanzialmente arreso. Poi, per la cronaca, si era tolto la maglia e fatto ammonire. Come a ricordare che, dietro tutto quel talento, c’è sempre lui, con i suoi pregi e i suoi difetti, specie nei comportamenti. Non segnava da 284 giorni, quasi un buco nero in cui ha rischiato di finire inghiottito di nuovo: da Bergamo è andato alla Fiorentina, dove si è fatto notare - senza entrare nel merito - soprattutto per la rissa con i ragazzi della Primavera della Roma. È tornato a Istanbul, al Galatasaray tuttora proprietario del suo cartellino, ma è ripartito di nuovo. Destinazione Udine, provincia del grande impero dove la Z e il 10 sulla maglia riportano alla mente uno dei più grandi nella storia del calcio. Si è messo sulle spalle quel numero, che era di Thauvin e che sarebbe suo di diritto. Se solo se lo concedesse.

Dal primo settembre 2018, il giorno della storica convocazione di Roberto Mancini quando non aveva nemmeno esordito in Serie A ma a livello giovanile si era già fatto la fama di un grande talento e la nomea di un cattivo carattere, di giorni ne sono trascorsi 2580. Reduce dalle scottature di altri potenziali campioni frenati - ma comunque meno di lui - come Cassano e Balotelli, non c’è stato attimo in cui l’Italia pallonara non abbia creduto che potesse arrivare la maturazione all’improvviso, e invece non si è vista. Lampi, qua e là, mai continuità. Oggi Nicolò ha 26 anni: deve conquistarsi la fiducia di Runjaic, persino alle aste del fantacalcio è diventato uno di quei giocatori che prendi a 1 come scommessa. Eppure basta qualche minuto al suo livello, e torniamo tutti a sperarci. Forse c’entra il fatto che, in questo lasso di tempo, un talento come il suo, tecnica e fisico nonostante i due crociati, non si è (più? ancora?) rivisto.

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