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Tabù Olimpico sfatato, la Roma vince e si rilancia per la Champions: Abraham stende l'Atalanta

Tabù Olimpico sfatato, la Roma vince e si rilancia per la Champions: Abraham stende l'AtalantaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
sabato 5 marzo 2022, 19:57Serie A
di Pierpaolo Matrone

Una squadra che vuole lottare per la Champions League non può non vincere a casa sua per troppo tempo. E l'astinenza, per la Roma, andava avanti da ben 58 giorni. Quasi due mesi che l'Olimpico non spegneva le sue luci felice, con una vittoria dei ragazzi di Mourinho. Stavolta sì. Contro l'Atalanta, poi, c'è ancor più gusto. Perché con Gasperini in panchina non aveva mai perso nella Capitale giallorossa. E soprattutto perché questo successo, un 1-0 firmato Abraham, rilancia le ambizioni da Champions League dei capitolini, adesso a pari punti con la Dea (ma con una gara in meno). Mourinho - che a Gasp ha rubato sei punti tra andata e ritorno - ha sempre detto che in una stagione di transizione come questa la Champions non è obiettivo imprescindibile, ma adesso l'acquolina sarà venuta anche a lui.

Le scelte di Mourinho
Nella gara d'andata il 4-1 con l'Atalanta è stato l'unico acuto della Roma contro una big, per questo Josè Mourinho, anche se dalla tribuna, proverà a schierare lo stesso undici di dicembre, con il classico 3-5-2. Avrà un Pellegrini in più che insieme a Cristante e Mkhitaryan formeranno la cerniera di centrocampo, mentre sugli esterni spazio a Karsdorp e Zalewski, preferito a Vina perché piaciuto nel primo tempo con lo Spezia a tutta fascia. In attacco Zaniolo, nonostante il naso rotto e la maschera, torna titolare al fianco di Abraham. In difesa confermato Kumbulla insieme a Mancini e Smalling. Ibanez dopo aver superato i problemi al ginocchio va comunque in panchina. In porta, invece, solita conferma per Rui Patricio.

Le scelte di Gasperini
Gasperini ritrova in difesa Demiral e Djimsiti, ma deve rinunciare a Toloi per via della squalifica per somma d'ammonizioni. Tra i due, solo l'ex Juventus è titolare insieme a de Roon e Palomino in difesa. Nel 3-4-2-1 in mediana Freuler con Koopmeiners, con Zappacosta e Hateboer sulle corsie esterne e Maehle alternativa di lusso in panchina. Sulla trequarti la novità è Miranchuk, insieme a Pessina, alle spalle del falso 9 Pasalic. Malinovskyi, convocato, va in panchina.

Avvio giallorosso.
Pronti-via, tre minuti e Musso è chiamato a superarsi subito con un gran riflesso su colpo di testa di Mancini da distanza ravvicinata. E' la prima palla gol di un primo tempo in cui la Roma fa meglio degli avversari, andando via in verticale ogni volta che può. Così arriva un'altra chance per Zaniolo con un sinistro da fuori. Anche se l'Atalanta, nonostante perda Zappacosta per un problema all'occhio, è sempre l'Atalanta e può rendersi pericolosa da un momento all'altro, come col batti e ribatti dinanzi a Rui Patricio che per poco non vale il vantaggio.

Il solito Abraham
La Roma si chiude (quasi) sempre bene, con un pressing razionale e una riconquista che non avviene altissima. La Dea è spuntata, senza un riferimento offensivo, e fa fatica negli ultimi trenta metri. Arriva così un vantaggio meritato per i giallorossi, con il settimo gol del 2002 di un Abraham a dir poco on fire: rifinitura deliziosa di Zaniolo su lancio di Karsdorp e destro a piegare le mani di Musso del bomber inglese. L'1-0 tiene fino al 45', senza grosse emozioni supplementari. E a Mourinho va bene così.

Cresce l'Atalanta.
Ad inizio ripresa il pallino del gioco passa completamente tra le mani dell'Atalanta e la Roma si abbassa. Freuler spreca davanti a Rui Patricio in quella che è l'azione più pericolosa della Dea. I cambi danno una mano, Boga e Malinovskyi cambiano la verve offensiva. Muriel un po' meno. L'ucraino ci mette un minuto a rendersi pericoloso, ma Rui Patricio risponde ancora presente.

Animi caldi, piedi freddi.
C'è equilibrio in campo, con una sana dose di agonismo. Ogni tanto gli animi si scaldano, l'Atalanta s'innervosisce un po'. I piedi invece sono freddi, tant'è che le reti non si gonfiano più. Ci prova Mancini, poi il solito Abraham. Ma la Roma non raddoppia. Per la Dea è Demiral, nel finale, a creare un brivido agli avversari. Ma niente di che. I suddetti animi caldi portano all'espulsione di de Roon e Mkhitaryan nei minuti di recupeor, ma cambia poco: in dieci contro dieci si resta così, sull'1-0, fino al triplice fischio. La Roma adesso può credere alla Champions League?

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