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TMW - Dunga: "Amrabat campione, alla Viola farebbe comodo. Calcio italiano riscopri i difensori"

TMW - Dunga: "Amrabat campione, alla Viola farebbe comodo. Calcio italiano riscopri i difensori"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 29 agosto 2023, 18:23Serie A
di Lorenzo Di Benedetto
fonte Intervista di Lorenzo Marucci

Carlos Dunga, ex commissario tecnico del Brasile e centrocampista di Pisa e Fiorentina, ha rilasciato un'intervista a TMW partendo dal suo passato in maglia viola e dalle prospettive della squadra di Vincenzo Italiano: "È sempre un piacere tornare a Firenze a ricordare gli anni che ho vissuto in viola. Posso vivere meglio la città ora per vedere le cose più belle che ci sono. Da giocatore facevo meno e mi concentravo principalmente sugli allenamenti, ora mi posso godere di più Firenze".

C'è ancora amarezza per aver solo sfiorato un trofeo lo scorso anno.
"Si, però arrivare in due finali vuol dire che si è fatto un bel lavoro. Adesso servono conferme per avvicinarsi ai campioni e vincere un trofeo".

Cosa ne pensa di Italiano? E del suo modo di giocare.
"Il calcio è così, quando si vince si ha ragione. Nel calcio moderno tutti vanno all'attacco, ma in Italia c'era una cultura, un tempo si sfruttavano le grandi capacità dei difensori e si giocava di contropiede, adesso sono cambiate tante cose. Ciò che conta però è vincere, il resto sono chiacchiere".

Cosa ne pensa invece di Arthur?
"Deve giocare, quando si sta troppo fermi non si riesce ad esprimere le proprie qualità. Quando c'è fiducia certi giocatori, soprattutto i brasiliani, riescono a rendere al meglio, gli piace giocare a calcio. A Firenze credo abbia trovato l'ambiente giusto, come aveva a Porto Alegre. E' un regista che costruisce il gioco. Ha un buon passaggio. In Italia si deve fare qualcosa di più però".

Ha avuto modo di vedere Beltran?
"I sudamericani hanno qualità e tecnica in più rispetto ad altri giocatori, ma in un altro campionato devi capire come giocare. In Serie A c'è più tattica e la marcatura è più stretta. In poche opportunità devi saper fare gol".

Che idea si è fatto della vicenda Amrabat?
"Sembra che voglia andarsene, ma deve capire che difficilmente troverà la passione e l'amore della gente di Firenze da altre parti. Qui ti fanno sentire importante, deve capire se vale la pena cambiare squadra. Io finché ho potuto sono rimasto alla Fiorentina, ho sempre sentito l'amore e l'anima della gente: qui non è solo calcio, è una questione ripeto di amore, anche chi va via resta qui con il cuore. Poi per quel che mi riguarda dovetti partire per i problemi con vittorio Cecchi Gori ma sarei rimasto volentieri".

Ma potrebbe fare ancora comodo Amrabat a questa Fiorentina?
"Sicuramente sì, è un campione. Per come ha giocato lo scorso anno fa ancora comodo".

Cosa pensa dell'Arabia Saudita?
"Nel calcio ci sono queste situazioni, bisogna stare pronti per affrontarle. Mancini? L'Arabia vuole fare il salto di qualità sia con giocatori che con allenatori. Nel 1995 successe la stessa cosa per il Giappone. Credo sia una cosa positiva che certi giocatori vadano ad alzare il livello di un certo campionato".

Il Brasile è pronto per rilanciarsi come Nazionale?
"Ancora no, non si è decisa la strada da intraprendere. Ci sono giocatori di qualità, ma manca la programmazione. Si segue soltanto l'istinto, basta vedere come sta andando la scelta dell'allenatore. È importante sapersi organizzare".

Il Napoli le è piaciuto?
"È una squadra forte che quando andava in campo sapeva cosa voleva. Il Napoli ha meritato lo scudetto, è una città innamorata della squadra un po' come Firenze. Poi Spalletti ha fatto un grande lavoro".

Il Milan di Pioli come lo vede?
"Bene, anche Pioli ha fatto un buon lavoro a Firenze e al Milan sta facendo bene".

A che livello è la Serie A?
"Nell'ultimo anno è cresciuto molto. Servono però stranieri che facciano realmente la differenza e che siano uno "specchio" per i giovani italiani come era un tempo. Si portavano campioni che i giovani ammiravano. Il calcio ora è cambiato però tutti vogliono fare una copia del Barcellona di dieci anni fa, ma il Barca ora non gioca più così né il tecnico di quel Barcellona gioca così. Gli altri paesi però sono rimasti indietro di dieci anni. Comunque per me in Italia ci devono essere i difensori più forti e il più bel contropiede. Molti dicono che il calcio è cambiato, ma per me è così. Magari se vuoi un po' di fantasia peschi dal Brasile. Ma l'essenza del calcio italiano deve restare".

Cosa ne pensa di Murillo del Corinthians?
"È un giocatore bravo, i difensori brasiliani sanno difendere e costruire il gioco. È capace nell'uno contro uno e nel gioco aereo. Poi devi capire che giocare in Serie A, in Brasile c'è minor pressione delle squadre avversarie".

Fausto Vera?
"Ci vuole tempo, al Corinthians c'è pressione e certi giocatori la subiscono. Comunque è una buona squadra che ti prepara al calcio europeo".

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