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TMW - Marota (Cor. Sport): “Il futuro di Fonseca non può dipendere da una coppa"

TMW - Marota (Cor. Sport): “Il futuro di Fonseca non può dipendere da una coppa"TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
domenica 18 aprile 2021, 07:00Serie A
di Dario Marchetti

Questo pomeriggio la Roma affronterà il Torino e con Giorgio Marota del Corriere dello Sport analizziamo il momento della Roma tra campionato ed Europa League. Di seguito le sue parole:

Differenza rendimento
“Credo che la Roma avesse e abbia tutte le potenzialità per competere per il quarto posto. Quindi, se da una parte il cammino europeo va giudicato esaltante, dall’altro il 7° posto in campionato non può che essere deludente. In Italia difensivamente le squadre sono molto più preparate e spesso hanno “incartato” la Roma, si pensi alle gare di Benevento e Parma. In Europa tutti ti affrontano a viso aperto e con le qualità offensive che ha, la Roma ha trovato il terreno ideale per esprimersi. Mettiamoci pure che dallo Shakhtar in poi la squadra ha palesemente concentrato le maggiori energie sulla coppa vedendo avvicinarsi l’obiettivo. La sensazione è che molti calciatori, ma ci metto dentro lo stesso Fonseca, sappiano che l’EL dà una straordinaria visibilità e anche per colpa degli infortuni abbiano fatto una scelta chiara in una direzione. Anche se il quarto posto non è così distante e mollare completamente il campionato avrebbe delle ripercussioni sulla tenuta mentale del gruppo da qui in avanti”.

Conferma Fonseca
“Un allenatore per me si valuta secondo tre direttrici: risultati ottenuti, gioco espresso e crescita dei calciatori. Sul primo punto il bilancio dei due campionati al momento è negativo (esclusa la coppa, ovviamente), sul secondo sono convinto a metà perché ho visto spesso una bellissima Roma ma a tratti anche una Roma brutta e fragile. Mentre sul terzo dico che Fonseca ha stravinto perché i rendimenti di Mancini, Veretout, Ibanez, Karsdorp, Pellegrini, ma anche di giocatori ritrovati come Bruno Peres, Cristante e Spinazzola sono il simbolo del suo lavoro. Se fossi Friedkin forse chiuderei almeno un ciclo triennale con Fonseca, ma la scelta dev’essere drastica in un senso o nell’altro. A me il tecnico piace, ma credo che la Roma si aspettasse di più dal suo lavoro: senza quarto posto avrebbe fallito l’obiettivo per due stagioni di fila. Quindi... E comunque non sono convinto del fatto che Fonseca stesso voglia rimanere a Roma, ho percepito stanchezza e un po’ di malumore da parte sua. E dico anche che una società dovrebbe fare la sua scelta a prescindere dal passaggio in finale o dalla vittoria della coppa. Se Fonseca ti ha convinto in 2 anni lo confermi, altrimenti lo mandi via a prescindere dalla conquista trofeo. Il futuro di un professionista non può essere legato a una singola partita o a un paio di partite. Se perde la finale al 90’ per un fallo di mano merita di andare via, mentre se la vince per un gol in fuorigioco merita la conferma? Vanno valutati i tre aspetti sopra citati e fare un bilancio”.

Quante chance avrà la Roma con lo United?
“A bocce ferme dico 60% Manchester e 40% Roma. È durissima, ma credo che le possibilità di Pellegrini e compagni siano decisamente alte. Lo dico perché percepisco un clima particolare attorno a questo cammino europeo dei giallorossi. Contro l’Ajax ho visto alcuni segnali incoraggianti: il rigore parato all’andata, l’errore del portiere olandese, il gol annullato al Var all’Olimpico, la rete di Dzeko alla prima vera azione offensiva della Roma. Insomma, pensiamoci bene, quante volte nella storia questi episodi sono girati contro la Roma anziché a favore? Tantissime. Non è stata la fortuna a portare la Roma in semifinale, ma il destino. E se le stelle sono con te, allora puoi davvero sognare”.

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