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TMW RADIO - Calori: "In Serie A dai 31 punti in giù sono tutte in lotta per non retrocedere"

TMW RADIO - Calori: "In Serie A dai 31 punti in giù sono tutte in lotta per non retrocedere"TUTTO mercato WEB
mercoledì 17 marzo 2021, 19:13Serie A
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
Alessandro Calori ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'allenatore Alessandro Calori è intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, a cominciare dai problemi del calcio italiano in Europa: "Purtroppo non abbiamo mai fatto il salto di qualità europeo sul gioco, la squadra che ci va più vicina è l'Atalanta. La Juve magari ha i campioni, ma non l'intensità dell'Atalanta. Certo, quando incontri i top club, quelli abituati ad arrivare quasi sempre in fondo, la differenza si vede. Ora la Juventus sta cambiando e puntando sui giovani: ok Cristiano Ronaldo, ma da solo non può risolvere tutto".

La Juventus col Porto era anche in superiorità numerica.
"Purtroppo sono aspetti che dobbiamo affrontare in questa competizione".

Quanto pesa l'impossibilità di costruire cicli duraturi?
"Questo è un vezzo nostro, non si dà la possibilità di fare dei cicli di più anni. C'è una pressione continua che fa solo danni, perché in ogni ambito vince chi riesce piano piano a costruire qualcosa. Si è arrivato a mettere in discussione persino Allegri perché non piaceva il suo gioco... Ma di che parliamo? Le cose stanno così, dobbiamo trovare un modo di cambiare il pensiero con coraggio".

Così però forse un allenatore non riesce neanche a far crescere i giovani...
"Se ci fosse dietro un'idea, potresti farlo, ma spesso non c'è. Se su un ragazzo ci punti, ci investi e ci credi devi riuscire a trovargli lo spazio, o non avrà mai modo neanche di sbagliare, e di crescere. Ricordo Crespo che era con Ancelotti e non faceva gol, lui ci credette e poi è diventato Crespo. A breve penso succederà lo stesso con Vlahovic a Firenze: è arrivato Prandelli e l'ha fatto titolare. Avere la fiducia di un allenatore per un ragazzo è fondamentale. Devi trovare il binomio giusto, ma con i giovani hai anche le plusvalenze che danno risorse alla società. Io sono cresciuto all'Udinese, club che l'ha sempre fatto e spesso anche da mosca bianca. Lì sapevano aspettare, c'era un'idea di fare calcio. Penso anche al Milan adesso, che sta facendo cose straordinarie: hanno messo un campione a fare da chioccia a un gruppo, e c'è Pioli che sta facendo un lavoro straordinario da un anno e mezzo. Questo significa creare il gruppo".

Lei a Pisa ha conosciuto Lucescu, ce lo racconta?
"Era il primo anno che veniva via dalla Romania, dove era un Dio, un uomo di Ceausescu. Già allora aveva un'idea del calcio basato sui giovani e ce la trasmetteva. Infatti è ancora moderno, perché allo Shakhtar ha fatto un lavoro straordinario: lui dava importanza sociale al calcio, trasmetteva la dignità di aver saputo uscire dalle difficoltà. Una persona molto intelligente, di cultura, conosceva cinque lingue già allora".

Invece un altro suo compagno di squadra al Pisa, Simeone, ha una filosofia diversa...
"Ha seguito l'idea di una straordinaria organizzazione della fase di non possesso con intensità ed attenzione. Un po' di tattica all'italiana l'ha presa, il modo di non subire gol: facendo così però è arrivato a giocarsi i campionati e a sfiorare la Champions League".

Percepisce un ridimensionamento dell'Udinese?
"Si è evoluto un po' tutto e la famiglia adesso ha due società, il figlio Gino è spesso a Londra. Gestire due club non è facile... Lì comunque da sempre si punta sui giovani: ricordo quando presero Pizarro, che è stato un anno con noi senza mai giocare ma intanto ha imparato la lingua e capito come ci si doveva allenare. Preparavano tutto un anno prima".

Chi rischia di retrocedere dalla Serie A?
"Dai 31 punti in giù, ancora, secondo me di tranquillo non c'è nessuno. Basta un momento in cui le cose non girano, ed è un attimo... Il Parma ha fatto una bella vittoria ma deve fare una rincorsa importante: per loro la vedo più difficile ma non è detto. Da loro al Bologna penso siano tutte dentro".

Come definirebbe la Fiorentina?
"Quest'anno è veramente indecifrabile, è tutto condizionato dal Covid... Se chiedi in giro tra le varie società penso che siano tutti più o meno delusi. Bisogna provare a capire perché si sono create certe situazioni e perché sei lì: aver perso un giocatore come Chiesa è stata una bella perdita, ma è anche vero che così hai pure fatto quadrare i conti".

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