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Ascoli, Passeri: "Ai calciatori ho chiesto onestà, trasparenza e lealtà"

Ascoli, Passeri: "Ai calciatori ho chiesto onestà, trasparenza e lealtà"TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
ieri alle 18:19Serie C
di Luca Bargellini

Bernardino Passeri, presidente dell'Ascoli, questa mattina presto ha raggiunto il Picchio Village per salutare calciatori e staff tecnico prima della partenza per il ritiro di Cascia. Dopo i saluti di rito, ha radunato tutti in palestra per il primo discorso da numero uno del Club. Il Presidente ha messo l’accento su alcuni concetti fondamentali, dettagliatamente annunciati in sede di presentazione della nuova Società: onestà, trasparenza, lealtà, onore su tutti, ma anche l’impostazione di ‘famiglia’ che vuole dare all’intera struttura.

“Ho trovato un gruppo giovane, molto libero mentalmente, senza sovrastrutture, fondamentalmente è quello che voglio io e che vuole Ascoli, qualcosa che restituisca entusiasmo e dignità - ha detto il Presidente Passeri alla WEB TV bianconera -. Le uniche cose che chiedo al gruppo sono onestà, trasparenza, lealtà, insomma i principi cardine dello Sport, anche se nel calcio si è un po’ persa questa visione. Lo Sport è questo, il mio percorso di vita è basato su questi principi. La squadra e la Società che ho l’onore di guidare devono avere queste caratteristiche, nulla di particolare, sono regole naturali” – ha continuato.

Il Presidente è stato chiaro con la squadra anche sulle simulazioni in campo che contrastano coi principi espressi: “Credo che la cosa più brutta sia rubare un rigore o cadere a terra come se si fosse stati abbattuti da un colpo di fucile, da noi non deve assolutamente succedere, è scorretto, brutto, una cosa che non condivido e non sopporto. La lealtà è la prima cosa, ho praticato tanti sport da combattimento, sul ring ci si riempie di botte, ma quando scendi sei abbracciato al tuo avversario, chi è stato più bravo ha vinto, ma nel rispetto delle regole e delle parti”.

Un altro concetto che il Presidente ha voluto trasferire alla squadra è quello di ‘famiglia’: “Non entrerò mai nel merito dei discorsi tecnici perché sarei ridicolo, non ho mai calcato un campo da calcio a livello agonistico e non posso pensare d’essere più bravo del mio Mister, del Direttore Sportivo o di mio figlio Andrea, che sta dalla mattina alla sera sui campi. Sui discorsi personali invece posso intervenire, assolutamente sì, i ragazzi devono vivere in una cupola di vetro, essere protetti da ogni parte perché lo meritano, anzi, dovranno meritarlo. Possono venire da me per qualunque cosa, dalla mamma che non può venire a vederli perché non ha la macchina – io la manderei a prendere – fino alla fidanzatina, posso essere il padre di tutti, posso dare un consiglio, ho cinquant’anni di matrimonio, sempre con la stessa donna, se non ci fosse stata lei non ci sarei stato io, se non ci fossero stati la mia famiglia e i miei figli, sarei stato un’altra persona, non migliore di quella che sono oggi. Questo lo posso assicurare, perché anche l’ambiente in cui sono nato non consentiva d’essere meglio di quello che sono oggi; ho fatto un bel percorso, grazie soprattutto alla mia famiglia.

Al Mister non ho chiesto nulla, solo le regole di base, lealtà, dignità, l’onore fondamentalmente, insomma quello che mi ha chiesto la città di Ascoli, gli ultimi anni sono stati veramente duri per chi li ha vissuti da dentro, Ascoli mi ha chiesto di dare dignità, onore, nulla di più”.

Nei prossimi giorni Bernardino Passeri raggiungerà la squadra nel ritiro di Cascia: “Spero di andare prima possibile, voglio trascorrere qualche ora coi ragazzi, anche a tavola, ma non voglio essere una figura ingombrante. Io ci sono, devono stare tranquilli perché li proteggerò sempre, ma poi c’è il campo, il verdetto lo emette sempre il campo. Noi come struttura e come Famiglia Passeri diamo il massimo, come in tutte le cose, figuriamoci se non lo facciamo ad Ascoli e per l’Ascoli, il resto ce lo devono mettere i ragazzi”.

La chiusura è sull’obiettivo che si è posto in questa stagione: “Sinceramente non mi piace proprio perdere, mi è capitato di perdere perché ho fatto molto agonismo in altri settori; quando ho perso vuol dire che ho trovato uno più bravo. Quando è successo ho perso una battaglia, ma la guerra è un’altra cosa”.

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