Castel di Sangro impresa anni '90 con Gravina, torna l'ambizione con la famiglia Di Tora

"Con le sue ali così piccole, in relazione al suo peso, il calabrone da solo non potrebbe volare. Ma lui non lo sa e vola lo stesso. Per farlo deve sfidare continuamente le leggi della fisica", commentava Osvaldo Jaconi, il tecnico che scrisse la storia portando e salvando il Castel di Sangro di Gabriele Gravina in serie B, contribuendo da protagonista al miracolo calcistico italiano di metà degli anni '90. Adesso i colori giallorossi, dopo aver subito i fallimenti nel 2005 e 2012, tornano a sorridere grazie ad una proprietà che ha riportato ambizioni, risorse ed entusiasmo, con l'obiettivo di approdare in categorie più consoni al blasone della piazza.
Ritrovarsi a 5 punti ad inizio dicembre, raggiungere la salvezza diretta senza play out con un turno di anticipo e chiudere il campionato a quota 34. È l'impresa in Eccellenza Molisana del primo Castel di Sangro con la famiglia Di Tora. Un cambio di proprietà avvenuto quando sembrava ad un passo la scomparsa del calcio nello splendido paese abruzzese, dopo l'ultimo decennio a gestione popolare con tre promozioni e una salvezza ai play-out. Provvidenziale arrivo della famiglia Di Tora, con l'imprenditore Aquilino impegnato nei settori immobiliare e nautico, la moglie Angelina, i figli Andrea e Dario.
"A settembre abbiamo costruito la squadra a mercato pressoché chiuso e senza preparazione fisica, non sono mancati gli ostacoli come la partita persa a tavolino nella prima giornata. Fin da subito la nostra famiglia ha dimostrato di non temere la strada in salita e ha rafforzato notevolmente la squadra in inverno, raggiungendo la salvezza diretta con un turno di anticipo. Stiamo facendo di tutto per far capire la nostra serietà e professionalità. Puntiamo sulla creazione di una squadra solida e sulla presenza del pubblico al campo. Voglio che il Castel di Sangro sia un patrimonio di tutti non solo mio, tutti siano insieme a me, io uno dei tanti. Castel di Sangro vanta una tifoseria appassionata che ha avuto un ruolo determinante nelle ultime promozioni. Al nostro fianco ci sono anche i tifosi della Sezione Genova, la quale si fa sentire e ci ha sempre seguito", le dichiarazioni di Andrea Di Tora, attuale Presidente sangrino, neo Direttore Sportivo ed ex calciatore professionista con trascorsi anche in serie A.
Tra gli artefici della stagione rientra la gloriosa guida tecnica, Claudio Bonomi, il quale ha garantito competenza, esperienza e saggezza. "Come allenatore mi rende molto orgoglioso portare in alto Castel di Sangro. È il mio paese, mi ha cresciuto e lanciato calcisticamente, gli sarò sempre grato. Allenando questa squadra mi sento fiero giorno dopo giorno di entrare in campo con questi colori e di combattere ogni domenica. Per me Castel di Sangro è fondamentale", le parole dell'ex centrocampista anche di Torino, Lecce, Empoli e Sampdoria.
La grande rimonta è stata resa possibile da un mix di gioventù ed esperienza. Da segnalare i talentuosi Dario Di Tora, in passato nel giro delle rappresentative giovanili azzurre e seguito da grandi club, il regista Gianluigi Landolfi, John Saint-Servais Kokanzo, ex Primavera PSG, oltre a Tennyson Omoregie, classe 2001 ex Cittadella, sul quale l'agenzia GC Sport Consultants ha dichiarato: "È il capocannoniere della squadra con 18 reti che hanno contribuito alla salvezza, è arrivato a Castel di Sangro l'ultimo giorno del mercato estivo dall'Eccellenza Campana. Per il suo processo di crescita bisogna sempre guardare avanti, anche in termini di carriera e categoria".
Fin dal primo giorno l'esperienza è stata garantita dal veterano Gianpaolo Cincione, pronto a combattere in mezzo al campo e in emergenza come terzino destro. "Amalgamare in così poco tempo le diverse pedine dello scacchiere non è stato per nulla facile, né scontato ma alla fine i tanti sacrifici e l'ottimo lavoro di Mister Bonomi sono stato ripagati. Grazie anche all'innesto nel mercato invernale di giocatori di valore ed esperienza, la situazione per noi è nettamente migliorata nel girone di ritorno. Ho cercato, pur con qualche acciacco fisico di troppo, di dare come ho sempre fatto il mio contributo sul campo e fuori, fornire qualche buon consiglio ai più giovani dando l'esempio. Indossare la fascia da capitano, insieme al fatto di vestire la maglia della squadra della mia città, mi riempie doppiamente d'orgoglio", il commento del capitano trentottenne.
A dicembre per assestare la difesa è risultato fondamentale l'arrivo dell'esperto Giorgio Scognamiglio, con un bagaglio di oltre 700 gare disputate tra serie C1 (Avellino), C2 (Potenza, Vico Equense), D (ad esempio Casertana, Savoia). "Mi piacciono le sfide e ho voluto tuffarmi credendo dal primo giorno in società, tecnico e squadra. Con enormi sacrifici abbiamo avuto ragione, a dicembre la salvezza sembrava difficilissima, raggiungerla è stato pertanto ancora più bello. Spero di poter fare un altro anno in questa grande famiglia. Piazza, società e tecnico meritano altri palcoscenici, prima di tutto sono uomini e nel calcio è sempre più raro trovarli", le riflessioni del vicecapitano.
