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TMW RADIO - Fialdini: "Ho vissuto il Purgatorio del calcio, ora faccio manutenzione ordinaria"

TMW RADIO - Fialdini: "Ho vissuto il Purgatorio del calcio, ora faccio manutenzione ordinaria"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 2 marzo 2021, 19:02Altre Notizie
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
TMW Radio
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Jimmy Fialdini ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex centrocampista Jimmy Fialdini è intervenuto in diretta su TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "La mia è stata una vita calcistica abbastanza soddisfacente, anche se suddivido in Paradiso, la A, poi il Purgatorio, la B e la C, e l'Inferno del Dilettantismo dove c'è grande passione. Io ho fatto il secondo".

Su Lazio-Torino che pensa?
"La situazione specifica è molto particolare al di là del calcio cambiato: c'è un'emergenza da gestire, una cosa più grande di noi".

Di Francesco sta attraversando una fase delicata.
"Io di Eusebio ho un ricordo bellissimo. A parte che lo stimavo come giocatore, e infatti è arrivato in Nazionale, ma soprattutto è stato disponibile perché mi ha preso sotto la sua ala quando ero molto giovane. Una chioccia che per me è stata di grande esempio, una persona competente. Poi nel calcio ci vuole sempre un pizzico di fortuna: ci sono annate che vanno bene e altre no".

La Roma l'aveva portata in semifinale di Champions...
"Sì, come dicevo ci sono annate variabili. In alcune piazze è più facile riuscire a far capire le proprie idee".

Chi l'allenatore che le ha lasciato di più?
"Non sono nomi altisonanti, mister Simonelli per esempio, chiamato il Professore. Per me un maestro di vita oltre che di calcio: persona colta, educata e preparata nei dettagli. Oppure Ivo Jaconi, con cui mi sono sposato caratterialmente e che sposava le mie caratteristiche sia nel gioco che a livello umano. Un grande gestore di spogliatoi, uno di noi".

Juric se l'aspettava così?
"Con Ivan ho avuto un rapporto oltre il calcio, andavamo a cena con le nostre famiglie. Rispetto agli altri slavi che avevo conosciuto nel calcio, un po' lavativi, lui era molto improntato al lavoro e lo sta dimostrando come tecnico. Ha ricevuto una grande influenza da parte di Gasperini, visto che se lo portò dietro dal Crotone".

Perché si dice che la qualità della Serie B oggi sia calata?
"I giocatori sapevano tutti trattare la palla in un certo modo, venendo atleticamente invece smussati. Negli anni si è imposto il processo contrario, la qualità è stata valutata soprattutto a livello fisico, ma l'aspetto tecnico è stato un po' tralasciato. Quando ho esordito a Lucca c'era gente che poi è finita in Nazionale, eppure erano in una realtà di Serie B che lottava per salvarsi. Ma anche l'Udinese con Bierhoff o il Brescia che aveva tre nazionali rumeni tra cui Hagi".

Rimpianti per non essere arrivato in Serie A?
"Con due bei campionati di fila si era aperta la possibilità del Chievo, società emergente dell'epoca, anche se di basso profilo in Serie A. Il Crotone però aveva pretese assurde ed era sfumata l'occasione per il salto: riconosco però che ero un giocatore da Serie B, e fortunatamente in C ci ho giocato con squadre che puntavano sempre a fare bene, o a vincere il campionato. In Serie A avrei potuto arrivarci ma avrei sicuramente fatto grande fatica".

Qual è il suo ruolo attuale nel calcio?
"Ho sempre rigettato l'idea di poter fare qualcos'altro che non fosse giocare. Non mi sono mai sentito né pronto né capace di esprimere certe cose. Mi sono state offerte delle cose qui in una società dilettantistica a Massa, e ho fatto il responsabile tecnico. Da che facevo lo snob, devo dire che mi è piaciuto più di quanto pensassi".

Il calcio rimane hobby?
"Sì, lo nutro e coltivo ma al momento è in secondo piano. Oggi mi occupo di lavori di ordinaria manutenzione, collaborando con un'agenzia immobiliare di un amico fraterno".

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