Dembelé Pallone d'Oro, Xavi 4 anni fa disse: "Può essere il migliore al mondo"

"Sì, per me Dembélé potrebbe essere il miglior giocatore al mondo nel suo ruolo. Ma bisogna lavorare con lui ed esigere molto da lui. Dipende da lui, dalla sua mentalità, dal fatto che si infortuni il meno possibile e che giochi bene. Per me, il suo rinnovo è una priorità": parola di Xavi, nel giorno della sua presentazione come nuovo allenatore del Barcellona, nel 2021.
Che dire? Ha avuto ragione lui. Il nuovo vincitore del Pallone d'Oro non ha certo avuto un percorso lineare in carriera dato che, soprattutto al Barcellona, sembrava aver smarrito la via, prima dell'arrivo dello stesso Xavi.
Pagato dal Barcellona una cifra di quasi 150 milioni di euro, non si stava confermando sui livelli promessi al Borussia Dortmund. Pochi a Barcellona pensavano che Dembélé sarebbe diventato il giocatore che è oggi.
Un po' di numeri: approdato in maglia blaugrana nel 2017, in 6 stagioni ha collezionato 185 presenze, con 40 gol e 41 assist. Da notare: al PSG ha poco più della metà delle partite giocate, ma ha già raggiunto numeri simili: 99 apparizioni, 43 gol e 32 assist. In passato poi non aveva mai vissuto una stagione prolifica come quella scorsa: 35 gol totali e 16 assist.
Contano poi i trofei: al Barcellona ha vinto 3 campionati, 2 Coppe di Spagna e 3 supercoppe spagnole, ma raramente è stato reale protagonista assoluto. Dopo un percorso costellato di momenti difficili, tra infortuni, incostanza di rendimento e dubbi sui suoi atteggiamenti, il 28enne ha finalmente visto avverarsi quella profezia, vincendo il Pallone d'Oro. E lo ha fatto anche grazie a quello che dal palco della cerimonia ha definito essere come un padre per lui, un altro allenatore spagnolo, Luis Enrique.
Fra chi si è complimentato per primo con lui c'è Kylian Mbappé, suo compagno di squadra in Nazionale. Proprio la partenza di quest'ultimo dal PSG per unirsi al Real Madrid è considerata da molti come uno dei fattori chiave per l'esplosione di Dembelé nella Capitale francese, dato che con Doué e poi Kvaratskhelia è diventato uomo cardine dell'attacco della squadra di Luis Enrique.
