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Fenomeno Norvegia: non solo il mostro Haaland. Perché in pochi anni possono arrivare al top

Fenomeno Norvegia: non solo il mostro Haaland. Perché in pochi anni possono arrivare al topTUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
mercoledì 29 marzo 2023, 13:25Calcio estero
di Dimitri Conti

La Norvegia non è esattamente il primo paese che viene in mente quando si parla di calcio e della sua storia, né per i club né per la nazionale che come risultato migliore della sua storia ha il raggiungimento di due ottavi di finale ai Mondiali (1938 e 1998) e una medaglia di bronzo alle Olimpiadi 1936. Eppure, se confermasse quanto sta mettendo in moto con la programmazione tecnica data dalla federazione negli ultimi anni, presto potrebbe anche diventare una delle realtà di punta nel mondo nei prossimi anni, ancora di più di quando nell'estate 1995 occupò per un mesetto il secondo posto assoluto nel ranking FIFA. Oggi veleggia alla posizione numero 41 ma con una certa e giustificata prospettiva di risalita.

Il presente: migliori 9 e 10 della Premier League
È una questione che ruota intorno al fenomeno Erling Haaland e alle valanghe di gol che è in grado di garantire, certo, ma non solo: le basi di costruzione del progetto Norvegia prescindono da un singolo, soltanto osservando l'attuale prima squadra degli scandinavi i motivi d'interesse sono molteplici. Oltre al miglior 9 della Premier League, la Norvegia vanta anche il numero 10 top del massimo campionato, quel Martin Odegaard finalmente toltosi di dosso le vesti da talento inespresso e attuale centro di gravità permanente dell'Arsenal con i suoi 10 gol e 7 assist. E altri interpreti di qualità non mancano, da Leo Ostigard del Napoli in difesa fino a Kristian Thorstvedt del Sassuolo e al romanista Ola Solbakken là davanti senza però scordarsi di protagonisti più sul lato quantitativo come Kristoffer Ajer o Sander Berge, entrambi in Inghilterra. Sono tanti, alla corte della Regina e della Premier.

Il futuro: se mantenuto, tra 5 anni saranno temibili
Affacciandosi verso le nazionali under, se possibile, il discorso migliora ancora. Tra U21 e U19 (ancora ha da esordire in prima squadra) si muove il 2004 Andreas Schjelderup, il quale è in attesa del salto a titolo definitivo con i grandi della Norvegia e del Benfica, che sta centellinando il suo approccio al campo (ci si sono messi di mezzo anche problemi fisici). Andando ancora più sotto, si possono estrarre pepite che luccicano ma ancora grezze, col bisogno di essere levigate: tra i tanti ottimi risultati giovanili raccolti dalla selezione nordica, va sottolineato l'en plein degli Under 19 nel girone di qualificazione all'Europeo di categoria con tanto di vittoria anche sui temibili ragazzini della Francia che da anni imperversano nel Vecchio Continente. Due classi annuali sotto, nell'U17, si trova persino un potenziale nuovo Haaland, il 2006 Sindre Walle Egeli del Nordsjaelland, arrivato all'invidiabile bottino di 23 gol segnati in 23 apparizioni con le nazionali under della Norvegia fin qui rappresentate. Nel Nord Europa, e non solo, sono sempre più convinti: con questa programmazione potranno arrivare lontano. Tempo cinque anni e la cartina del calcio potrebbe dover cambiare.

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