Manchester United, Bruno Fernandes: "Guidolin mi ha cambiato la carriera all'Udinese"

Il centrocampista del Manchester Bruno Fernandes ha parlato in una intervista alla BBC di alcuni aspetti personali e legati al suo percorso in carriera.

A partire dalle persone importanti per lui per arrivare a diventare un giocatore affermato a livello europeo: "Ovviamente innanzitutto la mia famiglia. I miei genitori, quando ero piccolo, non mi hanno mai lasciato pensare che non sarei stato in grado di fare qualcosa. E allo stesso tempo, mi hanno sempre tenuto con i piedi per terra, tipo, non pensare troppo in alto e mai troppo in basso. Quindi, metti un limite, metti i tuoi sogni al di sopra di quello, e poi vai avanti.

E poi mia moglie, ora fidanzata all'epoca, aveva un po' le stesse cose di mia madre e mio padre. Mi teneva sempre molto basso. Mi ha sempre sostenuto molto, ma sempre, tipo, sii consapevole che le cose possono andare male. Quindi non pensare troppo al futuro. Pensa solo al momento e a ciò che desideri per il futuro, ma fai in modo che sia il momento che ti aiuterà a raggiungere i tuoi obiettivi in futuro. Come famiglia, abbiamo sempre avuto questo fin dall'infanzia. E poi trasmetterlo ai miei figli piccoli ora, è fantastico perché il modo in cui io e mia moglie pensiamo è molto simile. Quindi insieme è stato molto bello.

Poi, come allenatore, penso che Francesco Guidolin sia stato quello che ha cambiato la mia carriera all'Udinese, perché è stato un altro che mi ha fatto giocare. Mi ha fatto riflettere su tutto quello che dovevo fare. Mi ha fatto capire che per arrivare ai massimi livelli bisogna soffrire".

Sul giocatore più forte con cui abbia mai giocato: "È facile. Cristiano [Ronaldo]. Penso che sia probabilmente la persona che la maggior parte delle persone nel mondo del calcio sceglierebbe. Semplicemente per il modo in cui ha gestito i momenti di pressione, 20 anni di gioco ai massimi livelli e sempre offrendo anno dopo anno i numeri migliori, i livelli migliori e tutto il resto.

Sul nervosismo in campo: "Se sono nervoso? No, mai. Durante le partite? No. Prima delle partite posso innervosirmi. Durante la partita penso solo all'obiettivo che abbiamo per la partita, che è vincere. Ricordo ogni passo che abbiamo fatto in allenamento e che i miei compagni devono fare, e ricordo ogni posizione che devono ricoprire. Quando vado ad una sessione di allenamento, mi concentro non solo su ciò che devo fare, ma anche su ciò che mi circonda, perché può cambiare, devo giocare in una posizione diversa o un compagno di squadra potrebbe non sapere dove deve essere o in quale posizione deve rimanere".