Como Women, Rizzon: "Con cuore, impegno e dedizione arriveremo distanti"

Un terzo posto nell’edizione speciale di The Women’s Cup, voluta e ospitata a Milano dalla Mercury 13, quello centrato dal Como Women, che si appresta adesso agli impegni ufficiali previsti dalla Serie A. A margine dell'evento, cui TuttoMercatoWeb.com, era presente, in esclusiva ai nostri microfoni ha parlato il capitano delle lariane Giulia Rizzon, che ha per prima cosa commentato la giornata di ieri: "Sicuramente è stata una bella opportunità per avere un confronto con squadre di élite, la Juve l'abbiamo già affrontata perché milita in Serie A come noi mentre l'Atletico Madrid ci ha permesso di fare un'esperienza anche internazionale: sono stati due ottimi test, si sono viste cose positive ovviamente ma anche tante negative, come è normale che sia in questo periodo. L'importante è andare a lavorare per ottimizzare queste situazioni in vista delle ripresa ufficiale".
Il meteo non aiuta, il caldo si farà sentire anche il prossimo weekend. Come arrivate alla Serie A Women's Cup?
"Sicuramente accaldate (ride, ndr)! Speriamo comunque che le temperature rientrino un po' nella norma, è stata un'estate calda, ma stiamo tornando a fare quello che più ci piace, abbiamo riniziato: è stato un mese impegnativo, ma ora inizia il bello. Metteremo insieme tutto quello che è stato fatto, con l'obiettivo di migliorarsi giorno dopo giorno".
Il migliorarsi giorno dopo giorno sembra davvero essere il vostro unico obiettivo. Non vi siete poste altre mete?
"L'unico obiettivo che mi pongo e voglio porre alla squadra è quello di fare sempre meglio, ogni giorno sempre meglio. Facendo così, con impegno, passione e cuore, per me si può arrivare distanti. Dove non lo saprei dire, ma arriviamo distanti".
Hai anche la responsabilità di esser capitano. Quando pesa, nel senso buono del termine, la fascia al braccio?
"È un piacere, non sento che pesa, anzi, è leggera. Non la vedo come responsabilità in senso di peso, ma come un grande piacere che mi rende ogni giorno orgogliosa".
Il Como Women è per altro una realtà particolare: rispetto alle altre società, o alla maggioranza delle stesse, non è legata al club maschile. Che progetto vedi?
"Un progetto non banale, incentrato non solo sulla donna ma a una sorta di rivoluzione del calcio femminile, o meglio una partenza diversa rispetto a quello che potrebbe essere lo scenario classico del calcio. Basti vedere questo torneo, come ha avvicinato pubblico e calciatrici: i tavolini a bordo campo hanno messo il focus su altro, non solo sull'essere giocatrici. Qui ci sono idee rivoluzionarie, a partire dai fotografi, dagli shooting, dall'unione con la moda: si vuole far appassionare in modo diverso i tifosi che seguono il calcio femminile. La divisione pubblico-atleta vuole essere un po' abbattuta, a sottolineare quanto tutti si abbia la stessa passione: chi gioca e chi guarda. Cambia il concetto di rapporti e relazioni".
È forse giunta l'ora di rivoluzionare anche le riforme, il professionismo femminile solo in Serie A non può bastare...
"Dobbiamo partire da un concetto realistico, ovvero che noi donne abbiamo per forza l'obbligo di fare risultati importantissimi per fare sì che puntino su di noi. Colgo anzi l'occasione per fare i complimenti alla nostra Nazionale, arrivata in semifinale a Euro 2025 che ci ha dato modo di farci vedere ancora di più, ma i passi da fare in avanti sono ancora tanti: abbiamo bisogno di persone, sponsor, pubblico, tanta gente che ci segua e ci voglia seguire, non perché portiamo i pantaloncini corti ma perché stiamo facendo un gioco che ci piace fare. E che ci impegniamo a fare nel migliore dei modi. Spero si facciano più passi avanti nel miglior tempo possibile".
