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L'Atalanta si arrende senza la fantasia. Forte fisicamente, ma battuta sulla tecnica

L'Atalanta si arrende senza la fantasia. Forte fisicamente, ma battuta sulla tecnicaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
mercoledì 17 marzo 2021, 08:00Il corsivo
di Andrea Losapio

Un anno fa l'Atalanta arrivava in Champions League perdendo 4-0 con la Dinamo Zagabria. Lì il tecnico Nenad Bjelica, un passaggio in Italia con lo Spezia, aveva deciso di optare per una difesa a tre per contrastare la genialità dell'attacco dell'Atalanta. Lo aveva fatto con ritmo alto, con pressing e distruggendo le fonti di gioco. Praticamente quello che fanno ogni settimana i nerazzurri. È stata una lezione tanto umiliante quanto utile: in Europa non basta essere forti tecnicamente, avere fantasia, se non c'è l'aspetto psicologico. La musichetta blocca le gambe, è anche giusto.

Ieri Zinedine Zidane ha fatto la stessa cosa. Ha cambiato il suo solito 4-3-3 in un 3-5-2 con Nacho come anello - ipotetico - debole della catena. Proprio da lì Muriel ha confezionato l'unica occasione quando la partita era in bilico, con l'inserimento di Gosens. In campionato forse avrebbe segnato, in Champions League serve qualcosa di più. E serve qualcosa di più anche a livello tecnico. La sconfitta dell'Atalanta è lì, in una gara giocata egregiamente sui ritmi ma con un patatrac di Sportiello che ha scalfito le certezze atalantine.

È tornata a essere la squadra che ne prese 5 contro il Liverpool, o 5 contro il Manchester City. Tanti uno contro uno (con Vinicius modello motorino) e si vedono tutti i limiti nerazzurri. C'è un però: ieri l'Atalanta ha messo in campo una squadra "molto forte fisicamente". Le parole sono di Zidane, perché è evidente che l'Atalanta ha provato a metterla sul fisico perché tecnicamente non ci sarebbe stata partita. Probabilmente non ci sarebbe stata ugualmente, nemmeno con i presenti assenti come Ilicic e gli assenti assenti come Gomez.

Questa Atalanta è quadrata, difficile da battere, rognosa. Ma è meno spettacolare di un anno fa. I grandi campioni cambiano le partite difficili, in questo momento i nerazzurri forse non ne hanno.

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