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Milan, uscire dall'Europa League è una benedizione. E può aprire le porte della Champions

Milan, uscire dall'Europa League è una benedizione. E può aprire le porte della ChampionsTUTTO mercato WEB
© foto di PHOTOVIEWS
venerdì 19 marzo 2021, 08:00Il corsivo
di Gaetano Mocciaro

Il cammino europeo del Milan si è chiuso per l'ennesima volta prima dei quarti di finale. Fa una certa impressione vedere come una squadra capace di laurearsi per 7 volte campione d'Europa non entri tra le prime 8 di un torneo continentale dal 2012. Da allora c'è stata la fase crespuscolare di Berlusconi, i tre anni consecutivi senza coppe, il misterioso Li Yonghong e l'esclusione dall'Europa League 2019-20 per violazione delle regole del Fair Play Finanziario. Il 53° posto nel ranking disegna perfettamente quello che è a oggi il Milan in Europa: una comparsa. Che si trova dietro squadre come Viktoria Plzen, Krasnodar, Stella Rossa o uno Schalke 04 prossimo alla retrocessone in Zweite Bundesliga.

Ma con lo scenario attuale il ranking è l'ultimo dei problemi. Mai come quest'anno vi sono alibi per un'uscita precoce: la fantozziana serie di infortuni degli ultimi giorni ha privato Stefano Pioli di Calabria, Romagnoli, Rebic, Leao che si sommavano a quella di Mandzukic, oltre ad Hauge che pur non infortunato è stato sacrificato nella lista UEFA proprio per il croato. Aggiungiamo i rientranti Ibrahimovic e Bennacer, accomodatisi in panchina nella partita contro il Manchester United, il peggior avversario possibile che potesse essere sorteggiato. Esce a testa alta, il Milan. E paradossalmente è la cosa migliore che potesse capitare in questo ultimo periodo.

Perché l'ormai inquietante lista di assenti, che si protrae da inizio stagione, sta raggiungendo picchi ingestibili che stanno rischiando di compromettere una qualificazione alla Champions League tutt'altro che semplice, a dispetto del secondo posto in classifica. Restano 11 partite da giocare e salvo due turni infrasettimanali Pioli potrà finalmente lavorare tutta la settimana per preparare ogni impegno. Cosa che sarebbe risultata impossibile con eventuali quarti e semifinali. La sconfitta interna contro il Napoli ne è l'esempio lampante, uno scontro diretto capitato con i rossoneri reduci da una trasferta di Manchester che ha tolto energie e tempo. E in calendario vi sono ancora Juventus, Lazio e Atalanta. Tutte uscite dalle coppe. Continuare a lottare su due fronti fino alla fine, con questa rosa dilaniata dagli infortuni e che da settembre (per non dire giugno) corre senza sarebbe stato impensabile. Con il rischio concreto di trasformare in pochi mesi una stagione da trionfale a fallimentare. Il quinto posto è ancora lontano 6 punti, ora più che mai il vantaggio può essere difeso. Tornare in Champions League è fondamentale per il prestigio, per far crescere il gruppo e per attirare nuovi campioni. Per questo sacrificare l'Europa League può essere vista come una benedizione. E uscire a testa alta come contro il Manchester United è il modo migliore.

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