Italia, si può fare. Gazzetta dello Sport: "Sei il grande tabù dell'Inghilterra"

"Sei il grande tabù dell'Inghilterra", titola La Gazzetta dello Sport sull'Italia. Non pensiamo al rigore dato contro la Danimarca, anche se ci saremmo aspettati qualche imbarazzo in più negli allegri salotti televisivi dei vari Lineker e Shearer che avevano deriso Immobile per la sceneggiata con il Belgio. Si sa, gli inglesi sono bravi a indignarsi per le simulazioni degli altri. L’inno "It’s coming home" sta carambolando anche tra le galassie per trasmettere l’urgenza di dare finalmente un titolo al calcio inglese che non becca palla dal ’66. Non abbiamo nulla da temere e non facciamoci neppure troppe domande sull’arbitro olandese Bjorn Kuipers. Avviciniamoci alla festa di domenica spensierati, con la testa leggera, come ci ha insegnato Roberto Mancini.
Ripensiamo semmai alla nostra storia. E’ da lì che ci viene la forza. Nei grandi eventi, gli inglesi li battiamo sempre. Euro ’80: 1-0 di Tardelli. Mondiale ’90, finale 3° posto: Baggio e Schillaci. Euro ’12: il cucchiaio su rigore di Pirlo sbriciolò le sicurezze inglesi. Questo dovremo fare domenica: intimidirli tecnicamente. Se riusciremo a tenere palla, come ci siamo allenati a fare per tre anni, e a costringerli a rincorrerci, invece di rincorrere noi come con la Spagna, gran parte del lavoro sarà fatto. Mondiale ’14, esordio a Manaus: gol decisivo di Balotelli. Ecco, se Immobile, all’ultima notte, riuscirà a essere dominante come lo fu Mario in quella prima notte, la difesa inglese, che ha subito un solo gol, ma concesso tanto, mostrerà crepe che finora ha nascosto.
