Certi stipendi portano a cessioni impossibili. E le italiane ci penseranno due volte

Perché Jhon Duran, dopo aver brillato in Premier League, è finito in Turchia? Perché Victor Osimhen non ha mercato se non con il Galatasaray, o quasi? Perché Dusan Vlahovic può chiedere una buonuscita alla Juventus per andarsene? È tutta una questione di soldi che le italiane non possono più dare. Certi stipendi sono fuori dal range, anche per grandi giocatori come può essere Osimhen oppure Vlahovic. Perché poi diventa una sorta di impossibile rompicapo per i club che li danno.
Il rinnovo ponte di Osimhen non ha dato più forza contrattuale al Napoli. Anzi, l'ha tolta. Perché ora i grandi club esteri devono pensare di spendere più di 10 milioni per accontentare le richieste del nigeriano. Giustamente, dopo un anno bruttino al Napoli e un altro in Turchia, di fatto, nessuno ha intenzione di metterli sul piatto, anche se Osimhen è fortissimo e non ha discussione sul proprio valore. Vlahovic invece ha fatto un anno pessimo alla Juve - dove è comunque arrivato in doppia cifra, ma malamente - e ora è solamente a dodici mesi dalla scadenza contrattuale.
Le italiane devono capire, come ha fatto l'Atalanta da tempo, che una sostenibilità è non dare stipendi enormi a un certo tipo di giocatore. A meno che non possa pensare di perderlo a zero, come Rabiot, che è stato pagato però la stessa cifra. O come Marcus Thuram o Jonathan David che, però, hanno uno stipendio sostenibile per un top club. E per questo hanno mercato.
