Cobolli Gigli: "La Juve non ha la forza economica per acquisti come quello di Osimhen"

Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente della Juventus, è intervenuto ai microfoni di 1 Station Radio, rispondendo così quando gli è stato chiesto se i bianconeri avessero la forza economica per acquistare Victor Osimhen: "Rispondo con tre no. De Laurentiis alla Juventus non lo darebbe mai. Inoltre, la Juventus in questo momento non ha la forza economica per sostenere un acquisto così oneroso, né una retribuzione altrettanto importante. Oggi la Juventus deve fare acquisti oculati, non come quelli dell’anno scorso. Servono rinforzi per la squadra, ma senza puntare al supercampione. Non è sostenibile, almeno che l’ingegner Elkann non abbia deciso di cambiare completamente strategia e di lasciare i cordoni della borsa più liberi per operazioni importanti. Credo che Elkann si sia reso conto che il modo in cui la Juventus si è comportata finora non rispecchia quello che era il sogno di suo nonno, un grande tifoso, ma anche un uomo di straordinario spessore, la cui assenza si sente oggi a livello direttivo, non solo nella Juventus".
La Juventus ha perso la sua juventinità?
"Penso sia corretto dirlo. In questo momento la juventinità – e anche la passione dei tifosi bianconeri – si è attenuata, vedendo quello che è successo negli ultimi anni. Manca ancora una struttura societaria completa. È arrivato un direttore generale capace, che lavora anche con l’uso degli algoritmi, ma per il resto… Chiellini, che è una persona di grandissimo livello, risulta essere azionista anche di una squadra americana importante, quindi non potrà dedicare tutto il suo tempo alla Juventus. E comunque, il suo inserimento nel club è stato un po’ ibrido, senza una posizione chiara. Affianca il direttore generale, ma questi affiancamenti a me non sono mai piaciuti. Chiellini lo stimo moltissimo, ma penso non sia stato inserito correttamente nell’organigramma. Manca ancora un direttore sportivo, manca un direttore tecnico. La Juventus deve ricostruirsi, senza esagerare nel numero di dirigenti – altrimenti si litiga – e ripartire con calma e umiltà nel ruolo che compete a una grande squadra".
Manna è un rimpianto per la Juventus?
"A mio avviso sì. Manna lavorava bene alla Juventus, poi è arrivata l’idea di prendere il ‘mago’ Giuntoli. Anche io, all’epoca, non ero contrario alla sua nomina, voglio essere chiaro. Ma Manna, andato a Napoli, zitto zitto, sta facendo ciò che avrebbe potuto fare anche alla Juventus, se fosse rimasto. Credo che il Presidente De Laurentiis abbia anche cambiato strategia e atteggiamento nei confronti della società e che stia lavorando molto bene con Manna. A posteriori, si può dire: ce l’avevamo in casa, potevamo tenerlo. Potevamo risparmiare un investimento – quello su Giuntoli – che finora non ha dato i risultati sperati. Manna era una persona che aveva anche una buona juventinità".
A Vlahovic proporrebbe la risoluzione del contratto?
"La situazione mi sembra molto tesa, soprattutto da parte di Vlahovic e dei suoi collaboratori. Quando fu acquistato, io fui tra coloro che lo ritennero un investimento corretto, nonostante il costo elevato del cartellino e dell’ingaggio. Pensavo potesse garantire un miglior piazzamento in classifica. Ora però la situazione mi sembra deteriorata. I rapporti tra lui e la Juventus sono ormai logori. Un recupero mi sembrerebbe un errore. La Juventus deve anche capire cosa fare in attacco, perché al momento non ha certezze nemmeno su altri profili, che sono legati a decisioni economiche o di mercato ancora in sospeso".
