Come col Basilea due anni fa, se la Fiorentina vuole la finale di Conference deve rimontare

Come due anni fa con il Basilea, alla prima delle tre semifinali consecutive di Conference League disputata dalla Fiorentina, ci sarà bisogno di una rimonta nei 90 minuti di ritorno se i viola vorranno ottenere il biglietto per l'ultimo atto della terza coppa europea, a Wroclaw e verosimilmente contro il temibile Chelsea, già avanti di tre gol nel doppio confronto con il Djurgardens grazie al 4-1 con cui è riuscito ad imporsi in terra svedese. Il primo tempo contro il Betis sorride agli spagnoli, che però sono usciti dal catino del Villamarin con in tasca una sola rete di vantaggio.
Per quanto visto a Siviglia, la Fiorentina ha l'assoluto dovere di credere nella rimonta. Anche perché, a differenza di due semifinali or sono, avrà la possibilità di rovesciare l'esito iniziale davanti ai propri tifosi. Certo, il Betis non è il Basilea e la capienza ridotta del Franchi (in ogni caso non si andrà oltre ai 23mila) per via dei lavori di ristrutturazione in corso non aiuta ma più volte i toscani hanno dimostrato nel cammino di quest'anno di poter sfruttare al meglio il fattore campo, anche quando c'era da fronteggiare avversarie più forti.
Si è portato avanti e ha già chiamato a raccolta il suo popolo per la gara di ritorno anche lo stesso Raffaele Palladino. Ha detto nel post-partita l'allenatore della Fiorentina: "Ci dispiace per la sconfitta ma la qualificazione è aperta. Ci crediamo, vogliamo un tifo caldissimo al ritorno: so che il Franchi sarà il nostro uomo in più. Vogliamo fare una grande partita in casa nostra".
