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Da RJR Nabisco a TIM: chi è KKR, il fondo accostato all'acquisizione dell'Atalanta

Da RJR Nabisco a TIM: chi è KKR, il fondo accostato all'acquisizione dell'AtalantaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 18 febbraio 2022, 15:21Serie A
di Andrea Losapio

L'Atalanta non smentisce ufficialmente i rumors di cessione al fondo americano KKR, generando così un sottobosco di chiacchiericcio che è iniziato già qualche mese fa, ma che dal giorno di San Valentino è esploso in città. 350 milioni per una percentuale tra il 60 e il 70%, con la famiglia Percassi ancora al timone - con Luca possibile amministratore delegato - e un piano di consolidamento che va ben oltre lo stadio. Ambienti vicini al club smentiscono seccamente questa opportunità.

Le perdite della holding.
L'Atalanta è un asset importante per Odissea, la holding dei Percassi che comprende anche Kiko e il settore retail, togliendo però quello immobiliare. Negli anni ha sempre avuto il segno positivo - dall'arrivo di Gasperini in poi, in particolare modo - e per questo economicamente alienare l'Atalanta non avrebbe senso, perché si tratta di una garanzia: paradossalmente l'idea migliore sarebbe quella di trovare acquirenti per il resto del comparto, ma dall'altro lato una proposta così sarebbe impossibile da non accettare: l'Atalanta è costata 14 milioni e rivenderla potenzialmente a 500 milioni (per il 100%, ammettendo e non concedendo che ci siano 350 milioni per il 70%) in dieci anni sarebbe straordinario.

Kohlberg Kravis Roberts
KKR è l'acronimo di Kohlberg, Kravis & Robert, un fondo di private equity che amministra circa 460 miliardi di euro in totale nelle sue varie operazioni. Il nome è un acronimo dato dai fondatori della società: Jerome Kohlberg e i cugini, Henry Kravis e George Roberts, che avevano lavorato insieme alla Bear Sterns, banca conosciuta negli anni settanta e dove avevano incominciato a curare le prime operazioni di leverage buyout. Kohlberg poi si dimetterà nel 1987, fondando la sua private equity. Negli ultimi anni si sono intensificati gli investimenti alternativi, con anche alcuni italiani all'interno della società. A fine dell'anno scorso si parlava di una manifestazione di interesse per acquisire il 100% della TIM, per un'operazione da circa 33 miliardi di euro, cifra decisamente più importante rispetto a quella eventualmente investita nell'Atalanta.

Le operazioni di buyout.
KKR ha chiuso i più grandi buyout della storia: quello del 1989, di RJR Nabisco, per una quota di 25,1 miliardi di dollari, la madre di tutte le offerte di pubblico acquisto, che ha portato anche alla produzione del film Barbarians at the Gate. Altri buyout importanti sono quelli della statunitense First Data nel 2007, sempre ad opera di KKR, 25,7 miliardi di dollari e quello del gruppo elettrico TXU Energy, ancora nel 2007 a opera di KKR e TPG, da 32,8 miliardi. Lo scorso ottobre Henry Kravis e George Roberts hanno lasciato la guida, con Joe Bae e Scott Nuttall che sono stati nominati co-ceo, mentre Kravis e Roberts mantengono il ruolo di co-presidenti esecutivi del consiglio. Robert avrebbe 9,1 miliardi di dollari, Kravis 8,6, mentre i nuovi co-ceo sono comunque sopra al miliardo di fortuna privata. Quotata in borsa dal 2010, dopo dieci anni di quotazione sotto i 30 dollari, ha fatto un balzo da 23 a 83 in circa due anni (ora a 59).

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