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Essere "sfigati" come il Tottenham. Tanto da meritare una definizione sul Collins

Essere "sfigati" come il Tottenham. Tanto da meritare una definizione sul Collins
© foto di © DANIELE MASCOLO
giovedì 2 marzo 2023, 13:41Serie A
di Gaetano Mocciaro

24 titoli in bacheca per il Tottenham, l'ultimo dei quali nell'ormai lontano 2008. Era la Coppa di Lega, 2-1 in finale al Chelsea, allenatore Juande Ramos e coppia d'attacco Robbie Keane-Berbatov. Da allora il vuoto, paradossalmente quando gli Spurs si accingevano a entrare nel club delle grandi del calcio inglese. E ieri sera si è compiuto l'ennesimo harakiri, con l'eliminazione dalla FA Cup per mano dello Sheffield United, squadra di Championship. Poteva essere l'occasione per tornare ad essere vincenti, l'appuntamento è per l'ennesima volta rimandato.

TRA LE BIG SIX, MA... Il Tottenham da allora si è qualificato 7 volte in Champions League, facendo parte a tutti gli effetti delle big six di Premier League. Ma tra di queste sei (le altre: Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United) solo gli Spurs non hanno mai vinto. E sì che i presupposti per alzare un trofeo ci sono stati in questi anni. Uno su tutti, il campionato 2015/16 dove tutte le grandi sbandarono. Ma piuttosto dei londinesi vinse il Leicester. Le Foxes, per la cronaca, si sono tolte la soddisfazione di vincere anche una FA Cup, torneo che dal 2008 a oggi ha vinto persino il Wigan mentre in Coppa di Lega negli ultimi 15 anni abbiamo persino visto vincere Birmingham e Swansea. Ma non il Tottenham.

LA DEFINIZIONE DI 'SPURSY' - Per questo già da qualche anno in Inghilterra è stato coniato un aggettivo che rende l'idea: "Spursy". La parola deriva da Spurs, il nickname col quale il Tottenham è noto. Il senso è semplice, lo spiega niente meno che il dizionario Collins: "Avere il successo a portata di mano ma alla fine buttarlo via". Questa etichetta negli anni è stata giustificata da molti episodi "spursy": il più clamoroso il cosiddetto "Lasagna gate" dell'ormai lontano 2006, con la squadra che perde il quarto posto all'ultima giornata. La sera prima della sfida decisiva contro il West Ham per colpa di un piatto di lasagne mezza squadra finisce ko, tra conati di vomito e mal di stomaco. Il pomeriggio della partita scende in campo una squadra in condizioni a dir poco precarie, il derby al West Ham ma soprattutto il 4° posto va ai nemici storici dell'Arsenal. Nel 2012 la squadra invece arrivò davvero quarta e quindi col diritto di partecipare alla Champions. Ma il Chelsea di Roberto Di Matteo, che chiuse la Premier League al 6° posto, vinse la coppa dalle grandi orecchie togliendo l'ultimo slot disponibile proprio agli Spurs. All'epoca infatti la UEFA non concedeva un quinto slot riservato ai vincitori di una coppa internazionale (come successo quest'anno con la Germania). La stagione passata gli Spurs uscirono clamorosamente ai gironi di Conference League, dove erano i grandi favoriti, messi ko dal Covid che rese impossibile la disputa dell'ultima partita della fase a gironi.

"RAGAZZI, È IL TOTTENHAM - Una frase, pronunciata da Sir Alex Ferguson, spiega perfettamente come era visto il Tottenham: anno 2001, Spurs avanti sul Manchester United per 3-0 all'intervallo. Negli spogliatoi il tecnico scozzese guardò la squadra e disse: "Ragazzi, è il Tottenham" senza aggiungere altro. La partita finì 3-5 per i red devils. Talentuosi, ma fragili mentalmente. O più semplicemente "spursy".

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