Fiorentina, tra ds e allenatore: il punto sulla costruzione della nuova area tecnica

Con la salvezza messa in archivio, con qualche fatica di troppo rispetto alle aspettative, la Fiorentina si prepara a programmare il futuro. Difficile immaginare che Rocco Commisso, sbarcato ieri col volo di ritorno verso gli States, abbia lasciato Firenze senza tracciare quantomeno una linea guida per la costruzione tecnica della squadra che verrà. Due i principali fronti su cui stanno lavorando Pradè e Barone, delegati dal presidente gigliato alle operazioni.
Il direttore sportivo - La prima riguarda il ds, che dovrebbe affiancare e non sostituire del tutto un Pradè ancora però non confermato ufficialmente: nelle ultime ore ha preso decisamente piede la prospettiva di un ritorno a Firenze di Eduardo Macia, artefice assieme all'attuale uomo-mercato viola della Fiorentina 2012, costruita a quattro mani e consegnata ad un giovane allenatore in rampa di lancio com'era Montella. Una strada che non è da escludere possa essere ripercorsa anche adesso. Appare più defilato il nome di Goretti, ex Perugia e nome più spendibile in caso di arrivo di Gattuso, mentre fuori dai giochi Accardi, che ha rinnovato con l'Empoli.
L'allenatore - Consequenziale e legata sarà la scelta su chi affidare la panchina. Per evitare gli errori delle ultime stagioni, sinergia e coordinazione sono vitali più che necessarie. Molti i nomi accostati alla Fiorentina: se Gattuso è apparso a lungo ad un passo oggi viene raccontato più lontano, sembra aver ripreso vigore la candidatura di Fonseca, certo di lasciare la Roma e desideroso per sua stessa ammissione di rimanere in Serie A. Ambizioni italiane - ce l'ha confidato - le ha anche quel Tedesco simpatizzante viola rientrato in Germania dopo l'avventura allo Spartak, mentre la pista straniera più accreditata porta più dalle parti di Rudi Garcia che non Marcelino. E se il grande sogno della piazza è probabilmente uno dei grandi toscani liberi (Sarri o Spalletti, pour citer), un nome avvicinato già un anno fa, poi abbandonato per la volontà arrivata dal vertice di confermare Iachini (che invece, stavolta, l'addio l'ha ufficializzato in anticipo) è quello di Juric, adesso però forse un po' troppo distante, su più piani, per essere recuperato. Questione di giorni e i nodi dell'area tecnica, compresi alcuni altri contratti (in primis quello di Antognoni) che vanno a scadere, però saranno sciolti. Volenti o nolenti, per scelta o per esclusione: gli altri non aspetteranno.
