Inter, un successo migliore di quel che sembri. Per Chivu e per la Champions

L’Inter con l'Ajax non ha fatto innamorare. Ha segnato due gol, di testa e su palla inattiva, come faceva con Simone Inzaghi. Mkhitaryan è il cugino dell’armeno che va come un treno, Dimarco inciampa, Dumfries sgasa ma è impreciso, Barella va un po’ ovunque e un po’ da nessuna parte. Se ci si sofferma ad analizzare la prestazione - cosa graditissima a chi ama far passare in secondo piano il risultato - ci sono tantissime cose da migliorare, nell’Inter che ha vinto 2-0 ad Amsterdam. E invece è un successo migliore di quel che sembri.
Per Cristian Chivu… Perché il tecnico romeno, bisogna essere onesti, non è partito con la panchina più salda nella storia del calcio italiano. Mica per la fiducia della società, intendiamoci. Però Chivu arriva da una manciata di panchine al Parma, dopo un allenatore che ha fatto giocare all’Inter il miglior calcio della sua storia (e magari vincere meno di quanto possibile, ok) e dopo che la dirigenza nerazzurra aveva sondato almeno altri due allenatori. Insomma, specie dopo un ko con la Juventus, mettere un puntello non è certo roba da buttare via. E ora potrà lavorare più serenamente.
Per la Champions League… Il calendario dell’Inter nella massima competizione continentale è abbastanza semplice da decifrare: le prime quattro partite sono abbordabili, le successive quattro molto più complicate. Presi i tre punti con l’Ajax, ne mancano nove con Slavia Praga, Saint-Gilloise e Kairat Almaty per arrivare a dodici. Che, a giudicare almeno dalla scorsa stagione, bastano per l’obiettivo minimo degli spareggi, ma sopratutto consentirebbero di inseguirne in relativa tranquillità altri 3-4 con Atlético Madrid, Liverpool, Arsenal e Borussia Dortmund.
