La Serie B con la Juve? Buffon ricorda: "Bello sentirsi coglione quando credi in qualcosa..."

Durante la lunghissima intervista a GQ, il portiere della Juventus Gigi Buffon ha ricordato anche la scelta di scendere in Serie B con i bianocneri dopo aver vinto il Mondiale del 2006: "Come nel 90 per cento delle cose che ho fatto, non c'è mai un calcolo, c'è sempre una risposta che proviene dalla pancia e che dà un senso a quello che sto per fare. Penso di non aver avuto neanche un minuto di esitazione. Nel momento in cui la Juve è andata in Serie B e mi sono trovato a parlare con i dirigenti e mi dissero: “Guarda Gigi, ci sono queste opportunità”, la mia risposta, che credo li spiazzò, fu: “Ma l'idea di restare non c'è? diventa complicato?”, e mi ricordo che loro rimasero veramente sorpresi e risposero: “No, no, cavolo, se ci dici che vuoi restare ci fai un grande piacere” e allora sono restato".
Perché la scelta di accompagnare la Juventus anche in Serie B? "Alla fine sono sempre stato attratto fin da piccolo dalle imprese eroiche, l'epica e i miti greci, e capisci che i trofei o i riconoscimenti personali sono importanti, però riuscire a coniugare i successi e la stima dando dei segnali veri lo è altrettanto. Scelte che avrei potuto pagare in prima persona, perché io in quel momento avevo 28 anni, ero all'apice della mia carriera e ho deciso per dei valori in cui credo e per i quali mi va di battermi, di uscire dal radar europeo per due o tre anni. E non so in quanti lo avrebbero fatto. E poi c'è un'altra cosa, che non tutti sanno: in quella stagione lì, per dare un'ulteriore mano alla società mi sono tolto anche 500 mila euro di stipendio. Per me è il segnale la cosa importante: non è che io rimango in Serie B e voglio anche più soldi. No, io rimango in Serie B e mi tolgo dei soldi, il massimo della coglionaggine, ma è bello sentirsi coglione quando credi in qualcosa, e lo fai con la convinzione che è la cosa giusta".
