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La sfida più bella. Tutti gli uomini che hanno incoronato l'Inter regina d'Italia

La sfida più bella. Tutti gli uomini che hanno incoronato l'Inter regina d'ItaliaTUTTO mercato WEB
© foto di Image Sport
lunedì 3 maggio 2021, 08:00Serie A
di Alessandro Rimi

Vincere lo scudetto numero diciannove dopo undici anni di attesa seduti comodamente sul divano. E' successo, anche all'Inter. Questa volta, come direbbe il comandante, a guardare sono gli altri che per anni hanno dominato. E altri ancora che come l'Inter hanno provato a interrompere invano il dominio perché, forse, non ci hanno mai creduto o provato abbastanza seriamente. Conte, che al dominio aveva dato il via, lo ha chiuso con il nero e l'azzurro. E' il titolo di un allenatore unico per capacità di unire, aggregare, motivare, far credere che sì, si può fare. Col sacrificio, con la costanza, con il lavoro quotidiano, con la tensione che non cala di un millimetro, con la forza di isolarsi e tenere i nemici a distanza, con intelligenza nel sapersi casomai caricare ed esaltare con il rumore degli altri. È lo scudetto di Handanovic che, sommerso da milioni di critiche, alla fine, vicino alla 37esima primavera, ce l'ha fatta a festeggiare il primato più bello. Di Skriniar che ha stretto i denti anche quando la posizione non era la sua, capitano nella testa. Di de Vrij, sempre lì al centro, in silenzio a lottare, l'uomo che più di tutti assomiglia a un robot. Di Bastoni che all'età di 22 anni gioca con le spalle larghe di un veterano: mai le gambe hanno tremato, mai. Di Hakimi che sembra giochi all'Inter da sempre: si è preso i baci e gli abbracci di Conte, ha corso alla velocità della luce, 45 milioni, 7 gol e altrettanti assist, un gioiello di giocatore.

E poi di Barella che fa strano non vedergli la fascia al braccio, una cavalcata verso la gloria per spezzare l'egemonia bianconera. Di Brozovic, a cui nessuno credeva più e, invece, si è trasformato in una locomotiva eterna, continua e inarrestabile. Di Eriksen che in una notte a San Siro ha saputo stravolgere la storia (la sua e quella dell'Inter, nel momento in cui il sogno era ancora, appunto, solo un sogno. Di Vidal che si è perso nel finale, ma quanto ha pesato nel derby d'Italia, quanto. Di Perisic che in questa squadra, chissà perché, non poteva giocare e, per fortuna, le idee sono cambiate giusto in tempo. Di Darmian, l'uomo del destino, ignorato allo start, osannato al traguardo. E ovviamente della coppia-gol più affascinante che potesse nascere: la LuLa. Lautaro, a un passo dal Barcellona, Toro nerazzurro, talento mostruoso, liberato dall'addio di Icardi l'ammutinato. E Lukaku che costava troppo, pesava troppo, divideva troppo e correva poco, rivoluzionato nella testa e nelle gambe da Antonio da Lecce, 61 gol e 15 assist in 92 presenze nerazzurre, il gigante buono che tiene unita la banda. E non è ancora finita. Anzi qualcuno dice, e ci crediamo, che questo è solo l'inizio di un cammino di glorie.

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