4 luglio 2006, l'Italia abbatte il muro di Dortmund. Due a zero, Grosso-Del Piero

Il 4 luglio del 2006, al Westfalen Stadion di Dortmund - o Signal Iduna Park che dir si voglia - si gioca la semifinale del Mondiale tedesco. Di fronte c'è la padrona di casa, la Germania, contro la sua bestia nera, l'Italia. La nazionale di Klinsmann non sembra straordinaria, perché è stata battuta qualche mese prima a Firenze per 4-1. Ogni gara però è storia a sé, con Podolski e Klose che in un paio di occasioni spaventano Buffon. Il nervosismo si taglia con un coltello e in questo scenario si va ai supplementari.
In due minuti l'Italia prende due pali. Con Gilardino, dopo uno slalom gigante nell'area avversaria, poi con Zambrotta, con una saetta che colpisce la traversa. Sembra una maledizione, la palla non vuole entrare. Perché Pirlo poi si trova in posizione di calcio e Lehmann - non straordinario al Milan, molto meglio all'Arsenal - vola per salvare. Sul calcio d'angolo successivo accade l'inimmaginabile.
Il cross in mezzo viene messo fuori, Pirlo la gioca e vede un sentiero dove altri troverebbero solo alberi. Palla a Grosso che, di sinistro, disegna la traiettoria perfetta all'angolino, imparabile. Uno a zero a due minuti dalla fine. Tutta avanti la Germania, Odonkor sballa la conclusione, poi Cannavaro si erge a muro rispedendo indietro ogni tentativo, dando il la al contropiede. Gilardino la lavora per Del Piero, zero a due e Italia in finale. Come andrà a finire si sa, non c'è bisogno di raccontarlo oggi.
