Le pagelle della Fiorentina - Parisi, Barak, Ikoné: la panchina raddrizza le sorti viola

Risultato finale: Fiorentina - Ferencvaros 2-2
Terracciano 5,5 - Sarebbe il turno di Christensen, ma si fa male nel riscaldamento e tocca di nuovo a lui. Inspiegabilmente generoso, concede a Marquinhos un assist per segnare che non sfrutta. Battuto poi in due occasioni, sullo 0-2 stacca poco.
Kayode 6,5 - Il salvataggio di cui si rende autore su Marquinhos è da manuale del perfetto difensore in fase di marcatura, non molla l’uomo neanche a un metro dalla porta. Alla fine, nell’economia di una sfida pazza, un intervento che avrà il suo peso.
Quarta 6 - Come ormai ha abituato, gioca in una posizione ibrida: difensore centrale in fase di non possesso, centrocampista con facoltà di spingersi in avanti quando la sua squadra ha il pallone. Anche lui un po’ in ritardo sullo 0-1, ma poco colpevole.
Ranieri 4,5 - Importante quando oppone il corpo su Varga a inizio gara, sul gol di quest’ultimo però si vede tagliato fuori con eccessiva semplicità da Zachariassen. Disastroso l’avvio di ripresa: prima concede un rigore (tolto dal VAR), poi Cissé svetta e fa 0-2.
Biraghi 5 - Ha recuperato dalla caviglia gonfia che lo aveva messo fuori gioco. Ma ne siamo sicuri? A vederlo in azione qualche dubbio rimane, sembra notevolmente appesantito a livello fisico e soffre per tutto il tempo (il primo) in cui sta in campo. Dal 46’ Parisi 7 - Con lui che va come un motorino, la musica sulla fascia sinistra cambia del tutto. Difende, spinge e serve persino l’assist al bacio sulla testa di Barak: più di così, cosa?
Lopez 5 - Deve ancora ambientarsi, è appena alla seconda presenza con la Fiorentina e si nota tutto. Poco propositivo, viene coinvolto solo a sprazzi e non regala il giusto contributo di qualità alla manovra ma nemmeno alla fase difensiva. Dal 57’ Arthur 6,5 - Con lui in cabina di regia il centrocampo assume maggiori sicurezze e la squadra ne beneficia con la fluidità della manovra. Non è un caso che la partita sia cambiata.
Mandragora 5,5 - Se Maxime Lopez sembra totalmente fuori contesto per costruire e produrre gioco, prova a sobbarcarsi lui l’incombenza. Gli capitano un paio di palloni in area, è il primo viola a calciare in porta nella partita ma non ha pericolosità. Dal 57’ Barak 6,5 - Già lo scorso anno si era rivelato uomo più da Conference che da campionato, la serata del Franchi porta una nuova conferma. E il colpo di testa riconduce nella gara la Fiorentina.
Gonzalez 6,5 - La sua generosità è infinita, si fatica a misurare il sacrificio che mette in campo. Avrebbe trovato la via del gol anche stavolta, ma un fuorigioco millimetrico di Kouame gli ricaccia l’urlo dell’esultanza in gola. Sua la sponda per il 2-2 di Ikone.
Bonaventura 5,5 - Tiene alta la barra della lucidità anche nei momenti di maggior disordine tattico della Fiorentina, mancando solamente nel tempo di qualche giocata. Prova sufficiente che cala sotto il sei per il tiro alto poco prima di uscire. Dal 79’ Ikone 7 - A lungo accusato di non avere i gol e la finalizzazione nel sangue, se non fosse sbucato dal niente in area di rigore sulla sponda di Gonzalez la Fiorentina prendeva zero punti.
Sottil 5 - Neanche il tempo di sentire il fischio dell’arbitro che abbassa la testa, volenteroso di andare ad incidere sul match. Il suo problema, però, è che difficilmente la alza e così facendo è complicato riuscire a tirare fuori dal cilindro la giocata giusta. Dal 57’ Kouame 5,5 - Tanta intensità, fa frullare le gambe e si butta sui palloni aerei con generosità. Un passetto in fuorigioco però annulla il gol di Gonzalez e, in alcune occasioni, è confusionario.
Beltran 5,5 - Stesso motivetto delle sue prime uscite: scatta, è dedito alla lotta e si dimostra un combattivo dell’attacco. Per giocare centravanti però servirebbero gol, o quantomeno tiri. Da questo punto di vista, ancora, brancola un po’ nel buio.
Vincenzo Italiano 5,5 - Manda un messaggio chiaro tenendo fuori solo Arthur e Duncan tra i più in forma che ha: testa ben salda al Ferencvaros, non ancora al Napoli domenica. Il problema è che la Fiorentina costruisce, ma per cinquanta minuti sono invece gli ungheresi a colpire. Senza quasi accorgersene si trova sotto 0-2 e rischia il terzo, poi mette mano ai cambi e modifica l’andamento della partita. La squadra recepisce il messaggio e risponde, riacciuffando una partita che sembrava perduta. Per il prosieguo nella manifestazione, e perché sia lungo, servirà più attenzione ai dettagli e continuità.
