Lotito a Formello, rivuole la Ferrari. Ma la Lazio ora è un'ibrida: non difende e non segna

Dire che la fase difensiva è il solo problema della Lazio è sbagliato, non è la realtà. O meglio: è il principale aspetto da migliorare, questo sì, perché 24 gol subiti nelle prime 15 giornate sono decisamente troppi. Manca organizzazione, attenzione, concentrazione e...uomini. Fallito l'investimento di Vavro (ora verso il Genoa, visite mediche permettendo), in estate la Lazio doveva ricorrere ai ripari (Kumbulla è andato alla Roma) e invece è arrivato solo Hoedt, che al momento non ha dato la solidità di cui c'era bisogno. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, la squadra di Inzaghi fa acqua da tutte le parti. E soprattutto non riesce a soffrire senza non prendere gol: domenica a Genova, come a Benevento, dopo il vantaggio ha abbassato il proprio baricentro, è calata fisicamente e ha lasciato il fianco agli avversari che hanno segnato il pareggio.
A rendere ancora più grave e preoccupante i deficit difensivi, sono le difficoltà che sta incontrando l'attacco. Nell'era Inzaghi non aveva mai avuto problemi, il reparto offensivo della squadra biancoceleste, costruita a trazione interiore. A questo punto del campionato scorso aveva realizzato 36 gol (+13), adesso è a quota 23: solo una volta ne ha segnati più di 3 in una singola partita (a Torino 4-3). E fa strano, visto che c'è la Scarpa d'oro Immobile, che va in rete da 14 partite consecutive e ha segnato 12 volte nelle ultime 11 trasferte in cui ha giocato. Ma oltre a Ciro, c'è il vuoto. Il 30enne di Torre Annunziata ha firmato 10 gol dei 23 gol totali, poi c'è Caicedo a 4, Milinkovic e Luis Alberto a quota 3 e poi Lazzari e Pereira a 1. Stupiscono Correa, fermo a un solo centro, e Muriqi: l'investimento da 19,5 milioni, il secondo acquisto più oneroso dell'era Lotito, non ha ancora mai timbrato il cartellino.
Più che negli uomini, il problema è nella testa. Per questo ieri Lotito ha voluto incontrare a Formello la squadra, da cui pretende molto di più. Il presidente è arrabbiato e deluso dal rendimento in campionato della Lazio, che invece di lottare per la Champions si trova al nono posto a +4 punti dal Benevento. Come ha fatto nel momento cruciale dell'anno scorso, prima del pareggio per 3-3 con l'Atalanta, anche ieri Lotito ha chiesto più fame e rabbia per rimettere in piedi un campionato. Chiaro il suo messaggio: a partire da mercoledì con la Fiorentina, la Lazio deve ingranare e tornare a correre come la Ferrari della passata stagione. Gli alibi sono finiti.
