Perché Vincenzo Italiano ha spinto in tutti i modi per il rinnovo del contratto col Bologna

Vincenzo Italiano aveva già deciso: voleva restare a Bologna: nonostante il valzer degli allenatori più clamoroso degli ultimi anni, nonostante il suo fosse uno dei nomi più gettonati per tutte le big. Soprattutto per il Milan. Il tecnico nato a Karlsruhe che ha riportato la Coppa Italia a Bologna 51 anni dopo l'ultima volta aveva le idee chiare e questa mattina è stato accontentato con un nuovo contratto fino al 30 giugno 2027 e con un incremento dell'ingaggio. Soprattutto, con garanzie su un progetto tecnico che dovrà essere ancora più competitivo nei prossimi anni.
A qualche possibile cessione questa estate seguirà una importante campagna di rafforzamento. E a Italiano con ancor più convinzione verranno affidare le chiavi del progetto: a lui il compito di far rendere al massimo la squadra, di valorizzare nuovi giovani come Benji Domínguez o Santiago Castro. Di far rendere sempre al massimo calciatori come Dan Ndoye, Sam Beukema o Riccardo Orsolini. Di accelerare la crescita di giocatori Juan Miranda o Jens Odgaard.
Il Bologna vede in Italiano un allenatore con cui aprire un progetto a lungo termine. Anche lunghissimo. Italiano vede nel Bologna una società in cui è possibile fare calcio ad alti livelli e con competenza. Del resto Giovanni Sartori è colui che ha portato a Bergamo Gian Piero Gasperini, allenatore dell'Atalanta per nove stagioni. E Italiano seppur con caratteristiche diverse è un tecnico che al pari di Gasp riesce a coniugare bel gioco, risultati e valorizzazione.
Italiano e il Bologna si sono insomma trovati al momento giusto e per questo motivo l'allenatore nelle ultime settimane non ha voluto sentire altre campane. Ha respinto le ripetute avances del Milan che era convintissimo di andare su di lui e che ora è partito con le trattative per le seconde scelte. Da Massimiliano Allegri in giù.
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