Caso Triestina, parla l'Avvocato Scalco: "C'è il rischio di una Serie C a 59 squadre"


Nel corso dell'appuntamento mattutino di A Tutta C, programma in onda dal lunedì al venerdì sulle frequenze di TMW Radio e su Il 61, è intervenuto l'Avvocato Andrea Scalco
Con lei cercheremo di fare chiarezza su quella che è la situazione della Serie C, in particolare sulla situazione della Triestina. Se il club non dovesse rispettare la scadenza relativa al pagamento degli stipendi di maggio e giugno potrebbe addirittura rischiare l’esclusione dal campionato. Le chiedo: è davvero così? E quindi con che Serie C rischiamo di partire? Con 59 squadre?
"Sì, ha descritto correttamente il quadro attuale. Aggiungo che, in seguito al mancato pagamento degli stipendi, i calciatori - tramite l’AIC, l’Associazione Italiana Calciatori - hanno già inviato al club una messa in mora. A partire dalla ricezione, la società ha dieci giorni di tempo per saldare gli stipendi, altrimenti i tesserati possono chiedere lo svincolo, secondo quanto previsto dalle normative federali. Per quanto riguarda la partecipazione della Triestina al prossimo campionato, bisogna precisare che - a differenza, per esempio, di Spal e Brescia, che non si sono proprio iscritte - la Triestina ha presentato la domanda di iscrizione ed è stata regolarmente accettata. Il problema nasce ora: la società, pur essendosi iscritta, sembrerebbe non riuscire a far fronte agli impegni economici. Se questa situazione dovesse essere confermata - e ci auguriamo di no - la Lega Pro e la FIGC dovrebbero prendere provvedimenti prima dell’inizio del torneo, per evitare un campionato con una squadra in meno".
Riammissione e ripescaggio sono i due modi in cui si può completare l’organico in caso di mancanze. In questo caso, però, la situazione è ancora diversa, giusto?
"Esatto. La Triestina, come detto, è attualmente una delle 58 squadre regolarmente iscritte, quindi non si tratta di un vuoto d’organico come quelli lasciati da Spal e Brescia, che invece hanno rinunciato. Per quei due posti vacanti si procederà - come già sapete - con i ripescaggi, e i nomi più probabili sono l’Inter Under 23 e il Ravenna. Nel caso Triestina, invece, non siamo di fronte a un vuoto ma a una potenziale esclusione ante campionato, che sarebbe un caso del tutto diverso. Se dovesse essere esclusa prima ancora della composizione dei gironi, è probabile che la Lega - in accordo con la FIGC - valuti una procedura straordinaria per colmare l’eventuale vuoto. Ma, lo ripeto, al momento la Triestina è iscritta a tutti gli effetti.
Il presidente Marani ha ricordato come già trent’anni fa la Serie C soffrisse delle stesse problematiche. Ogni estate c’è sempre una o più società in difficoltà. A suo avviso, quali strumenti concreti ci sono per cercare almeno di frenare questo fenomeno?
"Negli ultimi anni la federazione ha già fatto dei passi importanti, soprattutto in Lega Pro, introducendo criteri più stringenti e anticipando le tempistiche per le iscrizioni - alcune verifiche sono fissate già a giugno - in modo da avere un quadro il più possibile chiaro già a metà luglio. Certo, questo non risolve tutti i problemi. La FIGC può imporre regole severe, ma non può controllare i rapporti privati tra società e tesserati. Un passo ulteriore potrebbe essere l’aumento delle garanzie richieste, come ad esempio è stato fatto con il raddoppio della fideiussione bancaria per l’iscrizione, che offre maggiore tutela a calciatori, tecnici e dirigenti. Tuttavia, bisogna sempre trovare un equilibrio: se da un lato è giusto essere rigidi per tutelare tutti, dall’altro non si devono scoraggiare imprenditori seri, che potrebbero allontanarsi dal calcio per l’eccessiva burocrazia o rigidità.
Secondo lei è praticabile la proposta di imporre fin dall’inizio della stagione la copertura finanziaria dell’intero anno, magari anche attraverso sponsor o aziende esterne che si impegnino formalmente a garantire le spese?
"Da un punto di vista teorico, è una strada percorribile. Imporre ai club di garantire i costi dell’intera stagione avrebbe senso, ma servirebbe un sistema di controlli davvero solido. Più complessa invece è l’idea di coinvolgere aziende esterne - magari sponsor - e chiedere a loro di fornire queste garanzie. Sarebbe difficile da sostenere sia legalmente, perché si tratterebbe di imporre obblighi a soggetti non affiliati al sistema federale, sia praticamente, perché queste aziende potrebbero avere rapporti commerciali ma non strutturali con i club. In sostanza, un conto è chiedere garanzie a chi partecipa attivamente al sistema calcio, un altro è pretenderle da soggetti terzi".
